TERAMO – Nell’ambito di una complessa attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia dell’Aquila, nella prima mattina di oggi il personale della Squadra Mobile di Teramo, diretto dal vicequestore aggiunto Roberta Cicchetti, con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine "Abruzzo" di Pescara e delle Squadre Mobili di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, ha eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere, emessa dal Gip dell’Aquila, nei confronti di 9 persone di nazionalità nigeriana (in totale 5 uomini e 4 donne) per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di intermediazione finanziaria, autoriciclaggio e riciclaggio trasnazionale, nonché per il reato di tratta di esseri umani.
L’operazione di polizia giudiziaria costituisce il risultato del prosieguo della attività di indagine che, nel mese di luglio scorso aveva già portato all’esecuzione di un’ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare nei confronti di 6 persone (un italiano e 5 donne di nazionalità nigeriana) dimoranti in Abruzzo e nelle Marche, per i reati di tratta di esseri umani, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione: erano almeno 12 le giovani donne nigeriane, costrette a prostituirsi giornalmente sulla Bonifica del Tronto, dopo essere giunte clandestinamente in Italia via mare con la promessa, da parte di chi li aveva reclutate in patria e sottoposte al rito ‘voodoo’, di un lavoro e di un futuro migliore.
Le successive indagini hanno permesso di individuare la destinazione del denaro provento dei suddetti reati permettendo di far luce su un sistema capillarmente diffuso su tutto il territorio nazionale che costituisce un meccanismo strutturato e transazionale di raccolta del risparmio (se il denaro è di provenienza lecita) o di riciclaggio ed autoriciclaggio (quando il denaro è di provenienza delittuosa) attraverso il meccanismo dell’hawala. Si è accertata l’esistenza di un’associazione a delinquere, con basi operative nelle province di Teramo, Ascoli, Fermo e Macerata, composta tutta da cittadini nigeriani dedita al riciclaggio ed all’autoriciclaggio verso la Nigeria, attraverso viaggi in aereo, di ingenti somme di denaro, abilmente occultate all’interno dei bagagli al seguito, provenienti dallo sfruttamento della prostituzione delle giovani donne.
Solo nel corso dei controlli effettuati con la collaborazione della Polizia di Frontiera e dell’Ufficio delle Dogane presso l’aeroporto di Fiumicino, sui "corrieri" dell’associazione prima che si imbarcassero per voli diretti in Nigeria, gli stessi sono stati trovati in possesso di oltre 400mila euro.
Nel corso dell’indagine (in meno di un anno) i corrieri indagati si sono complessivamente recati in Nigeria circa un centinaio di volte, per trasportare illecitamente i soldi consegnatigli dai committenti: ne consegue che secondo una stima indicativa la somma illecitamente trasportata in Nigeria corrisponderebbe a 7,5 miioni di euro. Proporzionando queste cifre al fenomeno nazionale si ricava un flusso impressionante di denaro (in parte proveniente dallo sfruttamento sessuale delle giovani donne vittime di tratta, ma anche da altri gravi reati posti in essere da tali sodalizi) che viene trasferito in Nigeria al di fuori dei canali finanziari tradizionali per essere poi immesso nel paese Africano in circuiti bancari locali e/o per giungere, ormai ripulito, nelle mani delle organizzazioni criminali che li utilizzeranno per successive attività illecite o investimenti.