TERAMO – Un milione e mezzo di euro per la stabilizzazione di 87 ricercatori precari, ma anche un piani di investeimenti che prevede l’acquisto della sede di Pescara e l’alienazione delle proprietà dell’Aquila e di contrada Gattia per racimolare risorse con cui potenziare il polo amministrativo di Campo Boario. E’ l’eredità che lascia il Cda dell’Istituto zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise ‘Giuseppe Caporale’, che ieri ha chiuso il suo compito qudriennale, con l’approvazione del bilancio di previsione, in anticipo rispetto alla scadenza del 31 dicembre. Per il presidente uscente Manola Di Pasquale, il bilancio del suo mandato è positivo, orientato "alla riorganizzazione generale, riportando ordine in un sistema andato in confusione, e al recupero di quelle credenziali necessarie per poter volare e competere". Alla vigilia del rinnovo del Cda (il solo Molise ha già designato il suo componente, l’avvocato Alfonso Cantone), lL’avvocato teramano – in odor di riconferma nell’organo di indirizzo, anche se non più con compiti di presidenza – paragona adesso l’istituto di ricerca ad una "bellissima Ferrari che non aveva le gomme per camminare e adesso le ha, così come ha anche i piloti".
E ricorda fiera come la vecchia progettualità di una nuova sede delocalizzata a Colleatterrato, con l’obiettivo di smantellare l’insediamento storico di Campo della Fiera, sia stata rivoluzionata per individuare due poli: "Quello tecnico e dei laboratori – ha detto incontrando i giornalisti in Istituto – che saranno trasferiti nell’area vicina al Cifiv, quello amministrativo delle vecchia sede che sara ulteriormente potenziato". Per farlo serviranno i fondi che l’Istituto ritiene di poter incassare con la vendita di alcune proprietà di pregio nel capoluogo aquilano (vlore circa 5-6 mln di euro) ma soprattutto della sede di Gattia, ormai dismessa definitivamente, da cui ricavare altri 2,5 milioni. Ma è stato sul piano del personale che il Cda ritiene di aver compiuto lo sforzo maggiore per "mettere in tranquilità lo scienziato che lavora all’interno dell’istituto, fondamentale per il raggiungimento di obiettivi di eccellenza". Manola Di Pasquale accenna alla risoluzione dei contenziosi trovati al momento dell’insediamento del consiglio, con un accordo transattivo che ha riguardato 21 dipendenti, ma anche all’importante sblocco di parti delle retribuzioni, in particolare le cosiddette incentivazioni, che dal 2011 non venivano erogate a circa 212 unità di personale. L’aspetto più importante è quello relativo alla stabilizzazione dei precari, senza dimenticare che è stata approvata la dotazione organica pere il triennio 2019-2021, che prevede 37 unità in più, 22 delle quali a tempo indeterminato con qualifiche diverse. "Abbiamo inseguito gli obiettivi della ‘piramide della ricerca’ – ha spiegato l’avvocato Di Pasquale -: l’obiettivo era quello di non perdere le numerose professionalità cresciute all’interno dell’Istituto. In molti casi si tratta di precari storici, che ‘resistono’ da 15-16 anni. Sono 143 i contratti di collaborazione, il 93% dei quali stipulati per progeti finanziati dal ministero e il 7% con entrate proprie. Importi che infondono maggiori sicurezza sono stati inseriti nella Finanziaria: 19 milioni per il 2018, 50 per il 2019, 70 per il 2020 e 90 per gli anni successivi a partire dal 2021.
Sulle sedi ha inciso molto il contributo del Masterplan (15 milioni di euro più 2 di fondi propri), con la prima opera finanziata e quasi cantierizzata (affidata al consorzio Ciro Menotti di Ravena) che risponde al primo lotto funzionale della nuova sede: in seguito arriveranno il secondo, il terzo e quarto lotto funzionale (quest’ultimo finanziato dal ministero). Infine, il core business dell’Istituto, la ricerca: nel quadriennio di questo Cda, sono stati 173 i progetti, dei quali 114 hanno ottenuto un finanziamento, con un tasso di acquisizione delle risorse del 66%, e 145 i progetti/programmi che hanno garantito una raccolta di 25 milioni di euro. Sono 64 quelli a carattere internazionale, 34 dei quali vede proprio l’Istituto capofila, che hanno permesso collaborazioni con 244 istituzioni estere. La formazione, infine: 121 corsi organizzati in quattro anni destinato al personale, frequentati in totale da 3.644 iscritti, 90 quelli di carattere regionale e nazionale (con 4.635 partecipanti) e 45 internazionali con 1.567 rappresentanti di autorità degli Stati membri e Paesi terzi; l’e-learning a carattere nazionale e internazionale, ha raccolto 19mila partecipanti che hanno seguito gli oltre 450 percorsi formativi disponibili.