ATRI – La Fondazione Tercas sarebbe a rischio commissariamento da parte del Ministero del Tesoro a causa della presunta illegittimità dell’elezione di Gianfranco Mancini alla presidenza, avvenuta per la prima volta a maggioranza anziché all’unanimità, all’interno del consiglio d’indirizzo (5 voti contro 4) del novembre scorso, al posto della presidente uscente Enrica Salvatore.
A quattro mesi dall’elezione che ha di fatto sancito lo stallo nella governance dell’istituzione ex bancaria (in consiglio d’indirizzo non c’è una maggioranza, avendo Mancini perso diritto di voto, col risultato che la maggioranza che lo ha eletto si ritrova con 4 voti contro 4), il Mef con una lettera di alcuni giorni fa ha contestato alla Fondazione due aspetti: l’ineleggibilità di Mancini, presidente del Consorform e delegato in Fondazione da parte della Camera di Commercio già al secondo mandato (con il secondo mandato già superiore alla metà del previsto), dunque impossibilitato ad essere rieletto per un terzo incarico a Palazzo Melatino; la composizione stessa della governance della fondazione, dove non sarebbe rispettato il principio delle quote rosa, azzerate.
Il Ministero del Tesoro, che sulle fondazioni ex bancarie ha potere di controllo e di verifica, il 10 marzo scorso ha chiesto per iscritto a Fondazione Tercas quali misure intenda adottare per mettere mano ai due rilievi ed adeguarsi entro i dieci giorni successivi (dunque entro il 20 marzo) al suo stesso statuto e al protocollo d’intesa Acri-Mef del 2015.
Ieri il presidente Gianfranco Mancini ha convocato per oggi un’assemblea (come richiesto anche da alcuni componenti della governance), ma non per affrontare i rilievi del Mef, bensì per discutere dell’emergenza Coronavirus e dei provvedimenti emergenziali da adottare per l’ospedale di Atri.
La riunione del Consiglio d’Amministrazione di questo pomeriggio, per la prima volta nella storia della Fondazione Tercas, è andata deserta. A due giorni dalla scadenza fissata dal Mef, non risulta che il presidente Mancini abbia presentato le proprie dimissioni.