TERAMO – Nonostante i costanti richiami all’unità e a fidarsi della scienza, durante l’emergenza Coronavirus la politica nostrana non perde occasione di dividersi anche su questioni come la sanificazione delle strade, che diventa terreno di scontro tra gli interventisti e e gli attendisti. Molti primi cittadini teramani divisi tra l’utilizzo della varechina in strada (ipoclorito di sodio) per placare le paure della popolazione dai rischi di contagio Covid-19 (ad esempio Pineto), il lavaggio potenziato di marciapiedi e arredi urbani con i pochi mezzi a disposizione (ad esempio Teramo), e chi invece si fida dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e decide di non spendere soldi pubblici per interventi di dubbia validità (Roseto).
Le amministrazioni comunali teramane si muovono infatti in ordine sparso: a Pineto e Giulianova la “sanificazione” delle strade è già iniziata nei giorni scorsi con appositi mezzi spargi disinfettante.A Teramo, dopo le polemiche per un intervento sollevate da una parte dell’opposizione, l’amministrazione si è mossa ieri mattina con le lance ad alta pressione (le stesse utilizzate per annaffiare le piante degli arredi in centro) per il lavaggio delle strade, ma fa sapere che la TeAm da giorni è impegnata in una pulizia straordinaria di cestini, pensiline, panchine, arredi urbani. Roseto degli Abruzzi ha invece atteso il parere dell’Ispra, già adottato da molte amministrazioni della zona rossa al Nord, per decidere di non spendere inutilmente denari pubblici per un intervento di dubbia efficacia sul virus. A Sant’Omero, o Cellino Attanasio, c’è chi chiede la sanificazione in stile Wuhan.