TERAMO – (alessandro misson) La falla nello scafo della nave “Mazzini” continua a imbarcare acqua e l’ospedale sembra non avere reparti a compartimentazione stagna di fronte alla minaccia del Coronavirus. Dopo il medico di oncologia che avrebbe infettato colleghi, infermieri e pazienti, l’epidemia di Coronavirus tra i sanitari del “Mazzini” continua a dilagare mano a mano che giungono gli esiti dei tamponi sul personale. Al punto che tra breve perderà di senso contare il numero di medici, infermieri ed operatori positivi.
Dopo l’Oncologia, nei giorni scorsi è stata la volta dell’Utic, l’unità coronarica situata nel seminterrato tra i due lotti. Poi di un anatomopatologo che ha eseguito degli esami necroscopici, poi ancora di un diabetologo, poi di una dottoressa rosetana che lavora al “Mazzini” fino ad arrivare, questa mattina, al reparto di Medicina uomini e donne, adesso e per ultima la Chirurgia toracica.
Il contagio della Medicina Uomini e Donne sarebbe avvenuto tramite un paziente oncologico, trovato positivo al Coronavirus dopo il decesso (ma la Asl non ne era ovviamente a conoscenza), dimesso per essere affidato all’assistenza domiciliare e poi tornato in ospedale alcuni giorni dopo, infetto, nel reparto di Medicina, dove è entrato in contatto sia con gli infermieri che con i medici, causando un’esplosione di contagi sia nella sezione maschile che in quella femminile.
Le brutte notizie di giornata purtroppo non sono terminate: anche per il reparto di Chirurgia toracica ci sarebbe la positività di un medico e di un infermiere.
Se dovesse continuare di questo passo, in poco tempo le possibilità di contenere il contagio al “Mazzini” diminuiranno sempre più, con il rischio di dover dichiarare l’ospedale stesso un focolaio dell’epidemia, compromettendone la funzionalità per le attività extra-pandemia.
Intanto prosegue a rilento l’operazione di svuotamento dei reparti “contagiati”, con l’affidamento all’Adi (assistenza domiciliare integrata) dei pazienti dimessi dall’ospedale per consentire la sanificazione dei reparti. L’Adi ha preteso due condizioni inderogabili per ridurre (ma non eliminare) il rischio contagio: la presa in carico del paziente solo se risulta negativo al tampone del Coronavirus e lo stop ad ogni turnazione degli infermieri impegnati nell’Adi, per evitare di esporli al rischio contagio in altri reparti.
I NUMERI. La situazione del personale sanitario contagiato nel Presidio Ospedaliero di Teramo e in isolamento domiciliare è la seguente: ONCOLOGIA: 14 infermieri e 2 medici; MEDICINA: 14 tra infermieri e operatori sanitari e 2 medici; CHIRURGIA TORACICA: 3 tra infermieri e operatori sanitari e 1 medico; DIABETOLOGIA: 1 medico; ANATOMIA PATOLOGICA: 1 medico; CARDIOLOGIA/UTIC/EMODINAMICA: 1 infermiere e 1 medico.