L’AQUILA – Una luce accesa sul balcone o alla finestra in tutte le case degli italiani in ricordo del sisma dell’Aquila in cui morirono 309 persone, con 1600 feriti e 80mila persone sfollate dal capoluogo abruzzese. Per l’undicesimo anniversario ci sarà una commemorazione inedita e unica nel suo doloroso dispiegarsi, dove la disciplina e la compostezza degli aquilani faranno posto ai dettami delle rigide misure restrittive legate all’emergenza del Coronavirus: tra stanotte e domani mattina – che coincidono quest’anno con la Domenica delle Palme e l’inizio della settimana di Pasqua, proprio come undici anni fa – non ci sarà la classica fiaccolata che l’anno scorso registrò 15mila partecipanti, bensì una cerimonia con tre autorità, che su mandato dei Comitati dei familiari delle vittime, rappresenteranno il sentimento della popolazione colpita dalla tragedia del 2009. Ci saranno lo Stato, rappresentato dal prefetto, Cinzia Torraco, il Comune dell’Aquila con il sindaco Pierluigi Biondi, e il primo cittadino di un paese del cratere sismico, Francesco Di Paolo di Barisciano.
"Questo 6 aprile – spiega il sindaco Biondi – è città e territorio uniti, un ricongiungimento ideale. Per questo ringrazio il presidente dell’Anci Decaro per aver raccolto il nostro invito a tenere una luce accesa in tutte le case in ricordo di quella tragedia, che ci accomuna come quella di oggi: il corpo aquilano è il corpo dell’intera nazione".
Secondo l’ex sindaco Massimo Cialente, dieci anni tra le macerie e la ricostruzione, "la vita ci ha tolto la seconda Pasqua in 11 anni: per noi aquilani è un’altra botta forte alla psiche, ma paradossalmente ci siamo già passati, noi sappiamo cosa voglia dire restare chiusi nelle tende o negli alberghi per giorni in solitudine o in silenzio. L’unica cosa vera è che con questo isolamento ci verrà più difficile elaborare un lutto collettivo".
"Ora, come allora – è la riflessione di un altro ‘reduce’ del sisma, l’ex presidente dell’Ordine degli avvocati dell’Aquila, Carlo Peretti – avverti il sentimento contrastante sulla integrità del futuro per noi, per i nostri figli. Uno strappo profondo che si riapre, lacerato, alla vista di tanta sofferenza. Ora, come allora, il coraggio e lo spirito che ci reggono nonostante il pianto".
Il cardinale dell’Aquila, Giuseppe Petrocchi, nel sottolineare che "l’allerta da coronavirus non riuscirà ad ammutolire la memoria del rovinoso sisma del 2009" affida un pensiero a quanti stanno soffrendo per la pandemia: "la città affiderà la sua voce ai 309 rintocchi di campana che, nella notte, ricorderanno le vittime del terremoto. Questi suoni, mesti e solenni, intendono abbracciare con la loro eco anche il dolore di tutte le famiglie che hanno perso i loro cari, spesso in circostanze strazianti, a causa del micidiale contagio".
TERAMO. Il Comune di Teramo ha aderito alla proposta del Sindaco dell’Aquila di commemorare l’undicesimo anniversario del terremoto del 2009 e rendere così omaggio alle 309 vittime che hanno perso la vita in quella drammatica notte.
Facendo proprie le parole con la quali Pierluigi Biondi, appunto sindaco de L’Aquila, ha proposto la commemorazione, il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto rimarca il significato dell’evento che viene svolto in un periodo nel quale assume particolare valore il ritrovarsi in unità di intenti ed atteggiamenti, facendo sì che il ricordo della tragedia abruzzese possa abbracciare l’intera Italia, quale segnale di unità, di condivisione e di speranza.
Così Il Sindaco D’Alberto, anche nel veste di Presidente regionale ANCI, questa sera alle 21.15, sarà in piazza Orsini – diretta facebook sulla pagina del Comune di Teramo – e invita tutta la cittadinanza ad aderire illuminando le proprie finestre e i propri balconi, con la luce del cellulare o di una candela.