Piscine al tempo del Covid, si studiano aiuti dalla Fin e proroghe alle concessioni in scadenza

TERAMO – Se il bagno al mare resta ancora incerto per la bella stagione ai tempi del Coronavirus, le previsioni per l’utilizzo delle piscine al coperto e all’aperto sono ancora più complicate. È quasi certo, infatti, che per la particolarità degli ambienti, degli impianti e delle misure di sicurezza necessari, l’utilizzo al pubblico delle strutture sarà assai limitato. Un problema che coinvolge non solo i frequentatori amatoriali, ma anche e soprattiutto gli sportivi appartenenti alla federazione FIN.

I rappresentanti delle società abruzzesi che fanno parte della FIN e che gestiscono impianti al coperto e scoperti in Abruzzo, nei giorni scorsi tramite la sentarice abruzzese Gabriella Di Girolamo si sono rivolti al Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora per chiedere lumi sulla possibile riapertura durante la Fase 2, e soprattutto per sondare la disponibilità ad aiuti concreti per far fronte ai mancati introiti degli ultimi mesi. Per il momento le proposte allo studio sono due: la proroga delle concessioni in scadenza per gli impianti pubblici, una compartecipazione da parte del Governo e della federazione Fin per le spese comunque sostenute per gli impianti chiusi, che ammontano comunque al 30% dei costi necessari se gli impianti fossero rimasti aperti.

 

Questa la nota diffusa intanto dalla senatrice Di Girolamo a seguito dell’incontro con il Ministro Spadafora:

 

«Nei giorni scorsi ho ricevuto, per mano del sig. Manlio Buratti, direttore tecnico del SSD Centro Nuoto Sulmona uno dei referenti del Movimento che rappresenta 12 società impegnate nella gestione delle piscine abruzzesi, una lettera contenete criticità espresse sulla possibile mancata riapertura dei centri nuoto che, una volta usciti dall’emergenza , porterebbe la perdita di un importantissimo servizio sociale il quale, oltre ad offrire lo spazio necessario per le note attività agonistiche, è un centro di cui usufruisco quotidianamente, convalescenti impegnanti nel recupero da traumi, parte del mondo della disabilità, donne in gravidanza, futuri assistenti bagnanti e un ventaglio di utenti che vanno dai neonati fino alla quarta età.

Nella comunicazione si evidenzia come dette strutture, pur essendo chiuse al pubblico, necessitino di un costante servizio di manutenzione comportando costi che si aggirano intorno al 30% delle spese che ci sarebbero se le piscine fossero regolarmente aperte. Inoltre, il necessario frazionamento all’accesso in struttura da parte degli utenti, che sarà probabilmente imposto al termine dell’emergenza, non potrà garantire la copertura dei costi di gestione.

Altro nodo evidenziato è la prossima scadenza dei contratti di concessione che, nel caso in cui risultino imminenti o riferiti al breve periodo, comporterebbero forti limitazioni per un eventuale accesso al credito.

Da una prima interlocuzione avuta con Vincenzo Spadafora, Ministro dello sport e della gioventù, in merito alle preoccupazioni su esposte dal movimento MNA, posso riferire che, già con il prossimo ed imminente “Decreto Aprile”, saranno superate. Mi riferisco in particolar modo alla proroga sulle attuali concessioni in scadenza.

Per quanto riguarda le richieste di aiuti economici a fondo perduto, utili a coprire le spese vive di gestione delle strutture, sono in corso interlocuzioni tra il Ministero e la Federazione Italiana Nuoto (FIN) affinchè si possa giungere ad un accordo, anche di compartecipazione, tra Governo e Federazione.

Sono molto fiduciosa sull’esito dei lavori in corso e apprezzo l’esempio dato dalle 12 società abruzzesi che hanno maturato l’idea di lavorare in modo unitario per un fine comune, unica strada, a mio avviso, utile a superare la difficile prova a cui l’epidemia del Covid-19 sta sottoponendo ogni settore economico del sistema Italia».