L'Izs 'Caporale' corre in soccorso di Bergamo: analizzerà i tamponi per conto dell'azienda sanitaria

TERAMO – L’esperienza sui tamponi Covid 19 dell’Istituto zooprofilattico ‘Caporale’ di Teramo varca i confini dell’Abruzzo per approdare in Lombardia, terra del primo focolaio Coronavirus in Italia, e in particolare a Bergamo, la città martoriata dalla diffusione del virus che ha mietuto tante vittime. L’Izs, in base a una convenzione siglata tra il direttore generale Nicola D’Alterio e quello dell’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) di Bergamo, Massimo Giupponi, eseguirà tamponi per l’azienda sanitaria bergamasca nella quantità di almeno 1.000 settimanali, garantendo la restituzione della risposta entro 48 ore dalla consegna del test.
Attualmente l’Istituto di via Campo della Fiera esegue un migliaio di tamponi al giorno per conto della Asl di Teramo e della Regione Abruzzo, toccando anche punte di 1.300 esami quotidiani (per un totale di 21.500 tamponi sui 35.000 processati finora in tutta la regione Abruzzo) svolti attraverso l’analisi molecolare in PCR, e ha maturato una esperienza ormai nota in tutto il Paese. Il superamento della fase più critica in Abruzzo permette adesso all’Izs di "mettersi a disposizione di quelle zone d’Italia dove la situazione emergenziale è ancora presente. Stiamo lavorando – dice proprio D’Alterio – in collaborazione con la rete degli Izs italiani attraverso un Piano di approvvigionamento in rete per i reagenti”.

Il personale continua ad essere impegnato sul fronte della ricerca con 4 linee di indagine, come chiarisce il direttore sanitario Giacomo Migliorati: “Una di queste linee riguarda la valutazione della risposta immunitaria in pazienti infetti, nonché dell’efficacia e della sicurezza dell’immunoterapia passiva con plasma da pazienti Covid-19 guariti, nel trattamento delle forme severe dell’infezione. Lo studio, che sarà condotto con i Presidi ospedalieri delle Province di Teramo e L’Aquila, prevede l’analisi della dinamica anticorpale e della risposta immunitaria dei pazienti sottoposti a varie tipologie di trattamento terapeutico e l’approfondimento dei meccanismi patogenetici alla base dei vari stadi evolutivi dell’infezione”. Un’altra linea riguarda invece lo studio degli effetti dell’infezione sugli animali da compagnia come cane, gatto e furetto. “In questo caso”, aggiunge Migliorati, “l’interesse consiste nel verificare il comportamento del virus sulle linee cellulari, su espianti da animali deceduti. Questo aiuterà a comprendere se i loro tessuti respiratori sono in grado di sostenere un’intensa replicazione virale, fornendo quindi indicazioni utili a chiarire il ruolo di questi animali nell’epidemiologia dell’infezione”. 

La terza linea riguarda il sequenziamento del genoma del virus rilevato in tamponi positivi mediante metodiche di nuova generazione per lo studio della filogenesi e delle mutazioni riscontrabili nel genoma del virus per monitorarne il trend, le origini e le possibili variazioni di rilevanza clinica o epidemiologica. Il quarto studio, infine, si concentra sull’efficacia in termini di sensibilità e specificità dei test diagnostici presenti sul mercato, al fine di definire le procedure più efficaci da adottare. Lo scopo è anche l’efficientamento dei metodi analitici, con la riduzione dei tempi di attesa.