TERAMO – Se per l’assessore regionale al Turismo Mauro Febbo la data del 1° giugno era buona per l’apertura della stagione balneare abruzzese, non la pensa allo stesso modo il collega assessore regionale al Demanio Nicola Campitelli, che frena sulla riapertura e punta il dito sull’assenza delle linee guida da parte del Governo.
È prematuro parlare di una data per la "riapertura della stagione balneare se il Governo non indica le linee per la gestione delle spiagge in questa fase di emergenza sanitaria".
Lo spiega l’assessore al Demanio marittimo, Nicola Campitelli, a "Sos Coronavirus". "Al di là delle ordinanze che hanno consentito ai balneatori la manutenzione dei loro stabilimenti, abbiamo lavorato come sistema Regione ad un documento nazionale, con punti che riteniamo fondamentali per la ripartenza e per il futuro turistico. Anzitutto, abbiamo chiesto, per la salute dei cittadini, quale deve essere lo spazio organizzabile in concessione e, quindi, per ipotizzare il numero degli ombrelloni che potranno essere aperti".
C’è poi il "nodo" della sorveglianza delle spiagge libere a carico dei Comuni: "Abbiamo chiesto risorse economiche e personale. Difficile immaginare che alcune Amministrazioni, dove insistono spiagge lunghe e inaccessibili, penso alla zona del Turchino, dalle quali si accede dalla statale, possano esercitare un controllo rigoroso e severo; quello delle spiagge libere sarà anche il vero nodo da sciogliere. Senza contare che, a fronte di una stagione chiaramente compromessa, è necessario l’annullamento del canone concessorio o almeno una riduzione al 50 per cento".
Nel documento si chiede anche l’applicazione della Legge Centinaio che estende a 15 anni le concessioni demaniali marittime. "Come Regione Abruzzo siamo a buon punto: abbiamo inviato la seconda circolare a tutte le Amministrazioni costiere ed il 70 per cento delle concessioni sono state asseverate ai Comuni. Attendiamo risposte dal Governo, senza queste non sono possibili fughe in avanti".