TERAMO – Come non fu priva di ostacoli la nomina dell’avvocato Manola Di Pasquale a presiedere il Consiglio di amministrazione dell’Istituto zooprofilattico ‘G. Caporale’, anche per l’avvocato Davide Calcedonio Di Giacinto il percorso al vertice dell’organo amministrativo dell’Ente di ricerca teramano non sarà in discesa. Come si era intuito anche dalle lungaggini con cui si è arrivati alla designazione da parte del Consiglio regionale, al di là delle ‘ricuciture’ politiche in seno alla maggioranza di centrodestra, la nomina trova interpretazioni un pò forzate. A sostenerlo, come già fatto al circolare del nome dell’avvocato atriano già assessore nella giunta provinciale presieduta dal compianto Valter Catarra, è il veterinario e componente uscente del Cda, Pietro Enzo Di Giulio, che aspirava anch’egli al posto che oggi sarebbe di Calcedonio Di Giacinto e che non ha mai nascosto l’intenzione di ricorrere al Tar qualora questo si verificasse. "Non sono riuscito ad impedire al mio schieramento di centro-destra – scrive Di Giulio – di commettere quello che ritengo essere un gravissimo errore. Infatti non riesco ancora a capacitarmi di come le forze politiche di maggioranza della regione Abruzzo, con a capo il Presidente Marsilio, siano state sorde ed inerti ai numerosi appelli provenienti da tutta la categoria dei Medici Veterinari e non solo".
Per il professionista teramana, la vicenda "è diventata una battaglia di principio per il rispetto della legge, in particolare la Legge Regionale e le norme statutarie dell’Ente, che prevedono una laurea magistrale ed una ‘comprovata professionalità ed esperienza in materia di sanità pubblica veterinaria e sicurezza degli alimenti’".
Il nodo è antico e già all’epoca della nomina di Manola Di Pasquale, furono divrse le voci che si levarono contro, sostenendo l’assenza di esperienza in materia di un avvocato.
"Tutta la categoria veterinaria è sgomenta per il disconoscimento professionale sortito nel sostenere che nessun Medico Veterinario, tra i candidati, abbia quei requisiti previsti e di contro considerare tali requisiti ipse dixit in capo ad una persona esercente professione forense – precisa Di Giulio -. Inaccettabile il giudizio della politica verso una professione che ha dato, in termini professionali e personali, le migliori energie ed intelletti ad un Ente che oggi dà lustro alla sanità pubblica veterinaria ben oltre i confini regionali e nazionali, distinguendosi brillantemente anche in occasione della recente pandemia da Coronavirus".
"Solo un Medico Veterinario di comprovata esperienza – ribadisce Di Giulio – può garantire quelle capacità di indirizzo, coordinamento e verifica che sono necessarie per un Istituto Zooprofilattico quale quello dell’Abruzzo e del Molise. Ho sperato fino all’ultimo di poter evitare questa pessima esposizione alla maggioranza di centrodestra – conclude Di Giulio annunciando un ricorso al giudice amministrativo -, che ho sostenuto convintamente nelle ultime Regionali, ma, per il rispetto che nutro per il valore della Legge, ciò è oramai inevitabile, anche se questo triste episodio non mi indurrà certo a cambiare schieramento politico, anzi, cercherò più tenacemente di prima di impegnarmi per far sì che questi errori non si ripetano in futuro".