Pubblicato il rapporto Censis 2020: Teramo risale la classifica e migliora ne punteggio generale e nei fondamentali
TERAMO – L’Università di Teramo al quarto posto in Italia nella classifica CENSIS delle Università Italiane nella classifica dei dieci piccoli atenei statali, una delle macro aree dello studio annuale della fondazione. UniTe, secondo il rapporto Censis pubblicato questo pomeriggio, si classifica subito dietro Camerino (93.5 punti), Reggio Calabria e Foggia con un punteggio di 82,3 punti su 100.
Il risultato, come nelle indagini degli anni precedenti, è dato dalla media di un insieme di parametri: 81 punti per le borse di studio (6° posto); 98 punti per la comunicazione (2° posto); 78 punti per l’internazionalizzazione (7° posto); 69 punti per i servizi (9° posto); 99 punti per le strutture (3° posto); 71 punti per l’occupabilità (8° posto).
Rispetto all’indagine del 2019, l’Università di Teramo è in crescita: il risultato della precedente edizione vedeva Teramo al 5° posto con 80,5 punti. Rispetto allo scorso anno i parametri delle borse di studio sono migliorati, quelli della comunicazione e servizi digitali sono migliorati, i parametri dell’internazionalizzazione sono migliorati, quelli dei servizi offerti sono leggermente peggiorati, i parametri delle strutture universitarie sono migliorati così come l’occupabilità.
Tra i mega atenei statali (quelli con oltre 40.000 iscritti) nelle prime quattro posizioni si mantengono stabili, rispettivamente, l’Università di Bologna, prima con un punteggio complessivo pari a 91,5, inseguita come lo scorso anno dall’Università di Padova, con un punteggio pari a 88,5, poi al terzo e al quarto posto l’Università di Firenze e La Sapienza di Roma, con i punteggi complessivi di 86,2 e 85,7.
L’Università di Perugia mantiene la posizione di vertice della classifica dei grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti), ottenendo un punteggio complessivo di 92,7. Sale di due posizioni l’Università di Pavia (90,3), che passa dal quarto al secondo posto, incrementando di 9 punti l’indicatore relativo alle strutture, di 6 quello della comunicazione e dei servizi digitali e di 7 quello dell’occupabilità, compensando il minor punteggio per le borse di studio e gli altri servizi in favore degli studenti (-7 punti).
Anche quest’anno è l’Università di Trento a guidare la classifica dei medi atenei statali (da 10.000 a 20.000 iscritti), con un punteggio complessivo pari a 98,7. Sono soprattutto gli incrementi di 10 e 7 punti, rispettivamente, degli indicatori occupabilità e comunicazione e servizi digitali che, compensando la contrazione di 12 punti dell’indicatore internazionalizzazione, garantiscono all’ateneo una posizione di vertice. Con un punteggio complessivo di 96,0 punti l’Università di Sassari scala due posizioni rispetto allo scorso anno, collocandosi al secondo posto e sorpassando così l’Università di Siena, che retrocede in terza posizione con 94,8 punti.
Nella classifica dei piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti) difende la sua prima posizione l’Università di Camerino, con un punteggio complessivo pari a 93,5. Scala la classifica di quattro posizioni l’Università Mediterranea di Reggio Calabria che, grazie a un incremento di 20 punti dell’indicatore relativo alle strutture, realizza un punteggio complessivo di 83,8 sorpassando così l’Università di Foggia, quest’anno terza in classifica con 83,7 punti.
La classifica dei politecnici, guidata anche quest’anno dal Politecnico di Milano (con un punteggio complessivo di 94,3 punti), vede al secondo posto lo Iuav di Venezia (91,2 punti), che fa retrocedere in terza posizione il Politecnico di Torino (89,5), seguito dal Politecnico di Bari (83,0), che chiude la classifica.