Pena più alta della richiesta del pm: “Accuse fantasiose amplificate da consigliere comunale e blogger”
TERAMO – Le anticipazioni della nostra testata adesso sono sostenute da una sentenza processuale: chi accusava il questore di Teramo di averla aggredita una prima volta e, in una seconda occasione, addirittura aver sparato contro l’auto blu di un noto ministro, intervenuto in sua difesa, si era inventata tutto. Per questo dovrà scontare due anni e sette mesi per calunnia aggravata.
Enrico Di Simone, il capo della polizia teramana, ha dovuto però attendere due anni e mezzo affinché fosse ‘lavata’ un’accusa infamante, denunciata dalla donna oggi condannata, riferita da un ex carabiniere (finito nei guai per procurato allarme) e amplificata da un consigliere comunale e da un blogger: la falsa notizia animò l’estate teramana, mettendo alla gogna un rappresentante dello Stato che veniva dato per aggressore a Teramo, nell’esatto momento in cui si trovava però a centinaia di chilometri dal capoluogo…
Il processo di primo grado si è chiuso oggi dinanzi al tribunale di Teramo: Tiziana Panichi, difesa dall’avvocato Paolo De Nuzzo, aveva ascoltato il pubblico ministero Davide Rosati chiedere la sua condanna a un anno e otto mesi: il giudice Flavio Conciatori, anche alla luce dell’arringa dell’avvocato di parte offesa, Mariateresa D’Innocenzo, ha ritenuto di infliggere alla donna una condanna più pesante, senza considerare le attenuanti generiche.
Le accuse della donna, dopo le indagini svolte dalla Guardia di Finanza, furono archiviate con la sentenza del gip Roberto Veneziano che sottolineò la completa assenza di riscontro dei suoi farneticanti racconti. Il suo legale ha sempre parlato della sua assistita vittima di una macchinazione, ma senza mai approfondire più di tanto come si era arrivati a quelle fantasiose accuse nei confronti del questore.
Per adesso saranno a carico dell’accusatrice le spese processuali, circa 4mila euro: un processo civile quantificherà il danno nei confronti dell’immagine del questore De Simone.