Nel giorno della memoria, il nipote Alberto Melarangelo ricorda il nonno martire
TERAMO L’Olocausto, la Shoah, il giorno della memoria. Teramo ricorda Alberto Pepe, il martire teramano deportato e morto nel campo di concentramento di Unterluss nell’aprile 1944, dopo essere stato catturato dai tedeschi nel settembre 1943.
Ce lo ricorda la ‘pietra d’inciampo’, il cubetto in porfido ricoperto da una lamella d’ottone, che l’artista tedesco Gunter Demnig pose il 12 gennaio del 2016 sotto l’ultima abitazione di Pepe, in via del Castello, a Teramo.
“Monito – ha detto il sindaco D’Alberto – deve essere per sempre e ogni anno questo giorno, perchè non si stenda un velo su quanto abbia significato l’Olocausto. Non rinunciamo quest’anno e mai rinunceremo a ricordarlo, facendo memoria per cogliere nel termine ‘memoria’ il significato monito che ci proietta nel futuro vivendo l’attualità tenendo sempre alta la guardia e stando attenti che quelle tragedia non abbiano a ripetersi”.
“Pietra d’inciampo, installazione urbana di alto valore storico – dice Alberto Melarangelo – un segno che vuole essere dono, dedica e ricordo di questa figura altissima, mio nonno, giovane nato nel 1910, sportivo e amante del Gran Sasso, partito per la guerra e non tornato più a Teramo. Anche lui, come tanti altri, costruttore dell’Europa democratica e dell’Oggi”.