Ancora troppa trasgressione in centro città. Ranalli: “In due anni siamo passati da 148 a 127 chili pro-capite e abbiamo risparmiato”
TERAMO – E’ dura a morire la cultura della busta nera per conferire il rifiuto indifferenziato nella città di Teramo. Ma soprattuto è ancora difficile da far capire che per il rifiuto indifferenziato non servono grossi contenitori, come da più parti richiesto per colpevolizzare il mastello grigio obbligatorio, ritenuto poco capiente: conferire grossi volumi di indifferenziato significa aver sbagliato la separazione dei materiali o che essa non venga fatta affatto.
Di questo si è parlato nell’incontro di questa mattina tra la Teramo Ambiente, l’assessore comunale all’Ambiente, Martina Maranella e la stampa per presentare i risultati eloquenti della raccolta differenziata e annunciare l’avvio della ‘guerra alle buste nere’. E’ dal 3 febbraio infatti che è scaduto il termine per la tolleranza sul ritiro del rifiuto cosiddetto ‘Rur’ (rifiuto urbano residuo): non verrà più ritirato dagli operatori se non esclusivamente conferito nei mastelli grigi.
“All’interno delle buste nere – ha spiegato l’assessore Maranella – abbiamo trovato di tutto, bottiglie di vetro, contenitori in plastica, vaschette di alluminio, flaconi di detersivo, perfino rifiuti Raee. E’ una questione di volumi – ha aggiunto – e di chili con cui ci siamo trovati a che fare. E’ da 11 anni che è previsto dal calendario della TeAm che il rifiuto va conferito all’interno del mastello appropriato. Nelle frazioni ci siamo riusciti con il mastello taggato e le ecoisole: pensare che invece nel cuore della città si verificano gli abbandono di rifiuti è doloroso“.
Il presidente della TeAm, Luca Ranalli, ha spiegato che i numeri sono confortanti e sono quelli che incidono sulla tariffa a carico degli utenti: “Nel 2018 avevamo 148 chili procapite di rifiuto indifferenziato prodotto, nel 2019 siamo passati a 145 chili, nel 2020 il dato è sceso a 127: dobbiamo stare sotto ai 130 chili e ogni punto percentuale che aumentiamo ci permette di risparmiare circa 30mila euro. Nel 2019 eravamo al 65%, nel 2020 abbiamo raggiunto il 69,4%“.
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