Il rogo originato dal canneto della scarpata ferroviaria ha divorato 300 palme di 12 metri nell’attività di Costantino Tommolini
MARTINSICURO – La colonna di fumo e le fiamme alte erano visibili a distanza di chilometri, oggi pomeriggio, attorno alle 18, al confine tra Martinsicuro e il fiume Tronto, per l’incendio del vivaio Tommolini. Grande apprensione da un lato, per il vicinato per l’estendersi delle lingue di fuoco, e del proprietario per il pesantissimo danno economico che il rogo ha provocato: si calcola infatti che potrebbe ammontare a circa mezzo milione di euro il valore di circa 300 palme alte 12 metri, andate distrutte dal rogo.
Secondo una prima ricostruzione, l’incendio potrebbe essere stato provocato dalle scintille delle rotaie del treno che hanno avuto facile presa sul canneto incustodito e mai pulito della scarpata della ferrovia che confina con il recinto del vivaio. In pochi attimi le fiamme si sono estese alle essenze arboree dell’attività florovivaistica gestita da Costantino Tommolini, 79 anni, una vita trascorsa tra le sue piante e questa sera in preda alla disperazione dopo il rogo.
E’ lui adesso a ricordare come da anni chiede alle Ferrovie la pulizia delle scarpate ma inutilmente: adesso il guaio è fatto e costa caro. Sul posto per spegnere l’incendio si sono riversate le squadre dei vigili del fuoco dei comandi di Teramo e Ascoli Piceno, con i distaccamenti di Nereto e San Benedetto, ma la lotta contro il fuoco è stata impegnativa e lunga. Il fuoco, con la minaccia di invadere le sedi attigue, ha costretto alla sospensione del traffico ferroviario e sulla statale Adriatica.