Nulla di fatto dalla riunione della Consulta. Provocazione di Di Bonaventura: “Il Comune non collabora e io sfratto la Fornaci Cona”
TERAMO – L’Ipsia non andrà al Pascal e tutto resterà come lo scorso anno con l’aggiunta però di un orario lungo pomeridiano, fino alle 16 o alle 17, dal lunedì al sabato ma un giorno ‘corto’ a sezione. E’ la soluzione-tampone organizzata dalla preside Stefania Nardini, consapevole di una impossibilità di trovare al momento un’altra soluzione che mantenesse i suoi studenti in zona o che fosse un altro istituto a diventare scuola spezzatino.
La riunione sul destino dell’Ipsia Marino di Teramo, si consuma tra il no ad oltranza dei docenti ad un trasferimento al Pascal, alla disponibilità dichiarata dalla dirigente scolastica dello Scientifico, Clara Moschella, a dare qualche aula in via Sturzo e l’appello dei giovani della Consulta degli studenti a trasferire altri istituti, dopo le peregrinazioni del Marino.
A spingere vanamente verso la soluzione Pascal, con l’impegno di prevedere una priorità per la ricostruzione del nuovo Ipsia Marino, è la Provincia, anche se l’intervento del presidente Diego Di Bonaventura, in vena di rivincite contro la sua opposizione consiliare, ha gelato se non terrorizzato tutti i dirigenti scolastici presenti, a partire dalla preside Letizia Fatigati: “Se non si troverà una soluzione al Pascal sarò costretto a sfrattare 300 alunni della Fornaci Cona che sono ospitati per fare un favore al Comune, che non collabora: così vediamo se su queste cose ci si comporta come i bambini dell’asilo”.
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