Donato Angelino è un ricercatore della facoltà teramana. Il suo studio pubblicato su The Journal of Nutrition
TERAMO – Donato Angelino, ricercatore della Facoltà di Bioscienze e tecnologie agro-alimentari e ambientali, è tra i vincitori del Premio ‘Pietro Antonio Migliaccio’ per la ricerca in alimentazione e nutrizione umana.
Il Premio, bandito dalla Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione, si prefigge di «riconoscere l’impegno di giovani ricercatori che abbiano pubblicato, su riviste scientifiche internazionali, lavori scientifici innovativi, originali, di grande impatto mediatico e in grado di aprire nuovi orizzonti nel campo dell’alimentazione e della nutrizione umana».
Donato Angelino si è aggiudicato il riconoscimento con lo studio Glucose- and Lipid-Related Biomarkers Are Affected in Healthy Obese or Hyperglycemic Adults Consuming a Whole-Grain Pasta Enriched in Prebiotics and Probiotics: A 12-Week Randomized Controlled Trial, pubblicato da The Journal of Nutrition.
Lo studio ha valutato l’effetto del consumo di una pasta integrale simbionte, arricchita in beta-glucani da orzo e spore di Bacillus coagulans, sul metabolismo glicemico, la risposta infiammatoria/immunitaria e la composizione del microbiota di 41 soggetti adulti in stato di sovrappeso/obesità, senza modificare le loro abitudini alimentari e lo stile di vita. I risultati hanno mostrato come l’utilizzo di un alimento altamente consumato come la pasta possa essere utilizzato come vettore di probiotici e prebiotici, amplificando lo spettro dei suoi effetti funzionali sul metabolismo glicemico e lipidico ed esercitando un’azione anti-infiammatoria. Effetto che si esplica preferenzialmente in soggetti caratterizzati da un’alterazione dell’omeostasi metabolica ed immunitaria, come i soggetti sovrappeso e obesi, target preferenziale di ogni strategia di prevenzione delle malattie cardiovascolari.
I risultati della ricerca suggeriscono l’importanza di utilizzare alimenti ad alto consumo arricchiti di ulteriori composti funzionali, al fine di ottimizzare gli interventi nutrizionali di prevenzione cardiovascolare senza modificare drasticamente le abitudini alimentari dei soggetti, aumentando le probabilità di successo.