Il sindaco di Teramo in Commissione sanità regionale ha evidenziato le criticità del programma di riordino
TERAMO – “Stiamo discutendo di una proposta di riordino della rete ospedaliera incompleta, in quanto ancora non ha nessun avallo formale da parte del ministero soprattutto sotto l’aspetto della sostenibilità economico-finanziaria, ed ancorata alle previsioni del decreto Lorenzin che oggi sono completamente superati dal tempo“.
Così il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto il giorno dopo l’audizione in Regione, in commissione sanità, nella sua veste di presidente del comitato ristretto dei sindaci. “Ieri, nel corso della mia audizione, ho chiesto espressamente alla Regione di farsi portavoce di una revisione dei parametri del decreto Lorenzin – ha detto
D’Alberto – perché a distanza di anni ci troviamo a discutere di una rimodulazione della rete ospedaliera su base di parametri superati dal tempo. Ce lo impongono non solo la pandemia, ma anche gli eventi sismici che hanno colpito l’Abruzzo e che hanno modificato radicalmente le esigenze di sanità sul territorio. Inoltre non si può discutere della rete ospedaliera senza discutere, contestualmente, della rete territoriale. Non possono prescindere l’una dall’altra. Anche in questo caso la pandemia ci ha insegnato quanto la rete territoriale sia fondamentale anche per misurare la tenuta della rete ospedaliera“.
D’Alberto è poi intervenuto anche sull’impatto della riorganizzazione sui territori, rivendicando una maggiore attenzione per il Teramano. “E’ vero che questa bozza supera la logica dei due Dea funzionali di secondo livello – ha commentato – ma ci sono situazioni irragionevoli che rischiano di penalizzare la nostra provincia. Intanto nel piano non abbiamo il secondo livello per la stroke unit e il politrauma e questo nonostante numeri decisamente superiori rispetto ad altri ospedali e territori. E trattandosi di patologie tempo dipendenti questo è fondamentale“.
Da qui la richiesta delle funzioni di secondo livello anche per le due specialità. “Un altro aspetto, se vogliamo ancor più paradossale – ha concluso D’Alberto – e che Teramo è l’unica a non avere l’Utin, la terapia intensiva neonatale. E’ l’unica specialistica che ci manca, mentre nella proposta di riordino è presente in tutti gli altri territori. Su questo faremo una forte battaglia“.
Guarda l’intervista andata in onda nel Tg di R115