Quaranta milioni per uno studio di fattibilità assieme al collega marchigiano. Il consigliere regionale chiama in causa i colleghi di maggioranza teramani: “Dove siete?”
TERAMO – “Cosa ne pensano i consiglieri teramani di maggioranza della notizia uscita ieri e che ha visto il Governatore Marsilio, in accordo con il suo omologo e compagno di partito marchigiano Acquaroli, predisporre un emendamento alla Legge di Bilancio che prevede lo stanziamento di 40 milioni di euro finalizzato alla realizzazione di uno studio di fattibilità e alla progettazione della velocizzazione del tracciato ferroviario tra Roma e Ascoli Piceno e il collegamento tra Rieti e L’Aquila che andrebbe, di fatto, a tagliare fuori completamente Teramo e la sua provincia da questo
ambizioso progetto?!”: se lo chiede il Capogruppo di ‘Abruzzo in Comune’ all’Emiciclo Sandro Mariani.
“Personalmente ritengo si tratti di una proposta inaccettabile – rincara Mariani – che andrebbe a penalizzare non solo una intera provincia, estromessa totalmente da un asse viario strategico tra Tirreno e Adriatico, ma tutti quei comuni delle aree interne del Teramano colpiti dai terremoti del 2009 e del 2016 che, a dire di Marsilio, dovrebbero essere i veri beneficiari di questo intervento“.
Anche l’assessore comunale alla Mobilità di Teramo, Maurizio Verna, rincara la dose, denunciando che “Teramo non può essere tagliata fuori” L’emendamento secondo Verna pone ancora una volta l’accento sul rischio che la provincia di Teramo, a partire dal capoluogo, venga tagliata fuori dal sistema dell’alta velocità. Per questo il Comune di Teramo chiede ancora una volta al presidente Marsilio di inserire anche la nostra città all’interno dello studio di fattibilità, attraverso il collegamento con l’Aquila, per non penalizzare ulteriormente il territorio.
“Teramo non può restare fuori dal progetto della velocizzazione del collegamento ferroviario con Roma – sottolinea l’assessore Verna – e per questo come Comune capoluogo chiediamo al presidente della Giunta regionale di inserire Teramo nello studio di fattibilità ed evitare così che la nostra provincia, già penalizzata in termini di collegamenti con Roma, non venga isolata. Questo non significa che si debba bucare il Gran Sasso un’altra volta, in quanto si possono sicuramente individuare modalità alternative di collegamento. Perdere questo treno potrebbe rappresentare una condanna definitiva per il territorio provinciale, in quanto oggi la qualità della vita si misura non solo dalle potenzialità sotto il profilo economico, turistico, enogastronomico e paesaggistico, ma anche e soprattutto dal collegamento veloce tra i diversi territori“.