Petrella, da ‘Masaniello’ in Consiglio a bastian contrario della medicina e ‘macchietta’ de La Zanzara

L’arresto è la conclusione (forse) di una parabola che parte da lontano a Teramo. Eletto con il Pli nella sua storia c’è anche una minaccia di lanciarsi dal 5° piano della Asl e la lotta contro il vaccino contro il papilloma virus alle 12enni

TERAMO – L’arresto di Roberto Petrella, chiesto ed ottenuto dalla Procura di Catanzaro, non ha sorpreso troppo. Negli anni questo medico che aveva scelto di specializzarsi in ginecologia, aveva capito che la sua ‘vocazione’ non era quella di medico ma di politicante. A cominciare da quando riuscì a farsi eleggere al consiglio comunale di Teramo, beandosi del soprannome di ‘Masaniello teramano’. Chi ha un pò di anni, a Teramo, lo ricorderà novello oratore sotto alle ‘logge’ del Comune, quando sembrava dovesse avere da un momento all’altro un infarto, tanto era animoso nell’arringare la folla che protestava contro un tributo comunale inaccettabile.

Eppure riuscì a farsi eleggere con il Partito Liberale, il Pli. Stesso copione in consiglio: urla, il fazzoletto sempre pronto per asciugare il sudore, livido e sempre incazzato. Da medico ha fatto anche di più. Lo ricordate quando – dipendente Asl – difendeva l’accreditamento della residenza per anziani Cristal di Giulianova, intesta alla ex moglie: arrivo a minacciare di buttarsi dal quinto piano della direzione generale della Asl di Teramo in circonvallazione Ragusa: tenne per ore col fiato sospeso la polizia e i vigili del fuoco che avevano anche gonfiato il materasso in strada. Fu convinto dall’allora maresciallo Giovanni La Torre, coordinatore dell’Ucigos della questura, a desistere.

Strada facendo, nonostante si vantasse di una collaborazione con il compianto dottor Barrasso, teramano illustre dell’Istituto clinica Pasteur di Parigi, adottò una tattica di contrasto sistematico al grande lavoro svolto dall’anatomia patologica dell’ospedale di Atri, dei medici Claudio Angeloni e Carlo Di Giacomo, tentando di screditarne i risultati nella ricerca sul Papilloma virus nelle adolescenti. Il vaccino, oggi obbligatorio e gratuito per le 12enni , è stato il suo primo bersaglio di una campagna no-vax ante litteram. Al riguardo il medico ha sempre sostenuto, sia a voce che sui social, che quel vaccino non solo è inutile in molti casi ma può essere addirittura dannoso. E’ riuscito ad essere talmente contro da farsi radiare dall’Ordine dei medici, nel 2019: ha presentato ricorso, per questo al momento il provvedimento è stato sospeso.

All’età 75 anni, dopo essere finito nel mirino della Zanzara, il seguitissimo programma condotto su Radio24 da Giuseppe Cruciani e David Parenzo. non avrebbe mai potuto credere che una pandemia gli avrebbe regalato un altro spicchio di (pessima) notorietà: sul Covid non solo nega la validità e l’efficacia del vaccino, ma addirittura nega proprio l’esistenza stessa della malattia. A novembre il suo sermone addirittura in chiesa – postato da lui stesso su Facebook – ha provocato la rimozione del parroco don Gino Pierosara. E’ successo nella chiesa di San Sebastiano Martire di Marischio, nelle Marche.

Le intercettazioni telefoniche della Procura di Catanzaro offrono squarci di pura singolarità scientifica. All’arresto di Petrella per il caso del paziente morto in Campania gli investigatori sono arrivati infatti ascoltando le intercettazioni telefoniche di un’altra inchiesta che lo vede protagonista. Alla sua interlocutrice, che ha in casa una parente positiva al Covid e con sintomi, Petrella dice: “Tutte le persone vaccinate stanno morendo a decine al giorno. Ascoltami il virus non esiste lo fanno apposto. Ha una polmonite intersiziale da vaccino” – diceva Petrella, aggiungendo che se l’avesse portata in ospedale sarebbe morta.

In un altro caso, una donna risultato positiva al Covid e con sintomi lo ha chiamato su suggerimento di un amico e gli ha chiesto se le consigliava di fare ricorso alle cure monoclonali. Il medico, ha risposto affermativamente ma poi le ha prescritto una cura a base di antibiotici, antinfiammatori e cortisone per una settimana, rendendo così impossibile le cure monoclonali che possono essere somministrate solo in ospedale. Ad una successiva telefonata, con la donna che manifestava dubbi sulla terapia, il medico la cambia, sostituendo l’antinfiammatorio e non facendole prendere più il cortisone. E quando la donna gli dice
“questo è proprio il sintomo del Covid”, la risposta è che il Covid non esiste. La donna, infine, nei primi gennaio si è decisa a farsi ricoverare in ospedale.