In Viale Cavour ricordata la figura del teramano Alberto Pepe che morì da internato in Germania piuttosto che passare coi nazisti dopo l’Armistizio
TERAMO – Alberto Pepe era tra i 650mila nonni e bisnonni italiani che all’epoca dell’Armistizio “fecero la scelta giusta”, per citare le parole del nipote che porta il suo nome, Alberto Melarangelo:; è lui l’esempio, il simbolo, il latore di un messaggio che non andrà mai dimenticato, il valore e la difesa della libertà. A Pepe è dedicata la pietra d’inciampo in viale Cavour, proprio a quella che fu la sua abitazione nella città che gli diede i natali nel 1910.
Fu catturato a 33 anni e nell’aprile del ’45 morì nel campo di internamento di Unterluss, in Germania. Oggi molto studenti hanno reso omaggio sulla pietra dell’artista Gunter Demnig. Dopo due anni di celebrazioni senza pubblico a causa dell’emergenza Covid, infatti, Teramo è tornata a celebrare l’ufficiale teramano delle Forze Armate che non passò dalla parte dei Nazisti e per questo venne internato e poi ucciso ad Unterluss. Alla manifestazione hanno preso parte i partigiani dell’Anpi, il sindaco Gianguido D’Alberto, gli studenti del Liceo Classico Delfico e del Polo liceale Milli, alla presenza delle istituzioni cittadine.
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