Un 22enne di Arsita e una 23enne potentina sorpresi dai carabinieri forestali nell’area sottoposta ancora a sequestro. La vicenda ripropone il macabro rituale del turismo nero sul luogo della tragedia
RIGOPIANO – A cinque anni dalla valanga che a gennaio del 2017 uccise 29 persone, i resti dell’hotel Rigopiano di Farindola tornano meta di turismo del disastro. Era già successo all’Aquila, dopo il terremoto del 2009, e ad Amatrice, dopo il sisma del 2016. Era già accaduto all’Isola del Giglio, dopo l’incidente della Costa Concordia, e in tanti altri luoghi segnati da morte e distruzione.
Anche a Rigopiano era già successo, con una macabra Pasquetta tra le macerie. Ma stavolta c’è di più: ai selfie su uno dei luoghi simbolo dei disastri italiani si aggiunge il furto di oggetti appartenuti all’hotel. Due giovani, infatti, sono stati arrestati dai Carabinieri per aver rubato, dopo aver violato i sigilli, dei giochi da
tavolo. Forse un modo per portare a casa un ricordo di quella tragedia. A bloccarli sono stati i Carabinieri Forestali della Stazione Parco di Farindola, in collaborazione con i colleghi della Stazione Parco di Castelli e i colleghi dell’Arma territoriale della Stazione di Penne.
Il primo ad intercettare i due è stato il comandante della Stazione Carabinieri Parco di Farindola, il quale, libero dal servizio ed in abiti civili, ha notato la coppia che si aggiravano nei pressi della zona dell’hotel. I militari hanno così accertato che i due, dopo essersi introdotti nell’area, tuttora sotto sequestro e provvista di un circuito di videosorveglianza, avevano rovistato tra gli oggetti presenti nella sala biliardo asportando giochi da tavolo per poi scattarsi delle foto per immortalare il momento. I due – lui 22 anni di Arsita, lei 23enne della provincia di Potenza – sono quindi stati arrestati per furto aggravato in concorso, oltre ad essere denunciati per violazione di sigilli.
Dopo una notte trascorsa nelle camere di sicurezza della Compagnia Carabinieri di Penne, stamani sono stati trasferiti al Tribunale di Pescara per sostenere l’udienza di convalida con rito direttissimo. Convalidato l’arresto, la coppia è stata rimessa in libertà. La vicenda accende nuovamente i riflettori sul fenomeno del turismo nero, che aveva già interessato l’area di Rigopiano. Ad aprile 2018, a poco più di un anno dalla tragedia, c’era stata una macabra Pasquetta tra le macerie del resort. Gruppi di amici, coppie, famiglie con bimbi e anziani al seguito avevano scelto di trascorrere il giorno di festa in quella zona, tra barbecue, pic-nic, partite a pallone, risate e schiamazzi.
Anche in quell’occasione non è mancato chi aveva portato via dei pezzi di hotel, come fossero souvenir. Il tutto suscitando lo sdegno dei componenti del Comitato Vittime di Rigopiano, che attendono ancora giustizia sulla tragedia in cui i loro cari hanno perso la vita il 18 gennaio di cinque anni fa.