La presenza del professor Giuliano Baldassarre al convegno all’Acquedotto ha permesso di analizzare i possibili rimedi al momento difficile sul fronte acqua
TERAMO – Gestire se non addirittura prevenire la crisi idrica come quella che, soprattutto nell’Italia del Nord, sta mettendo in ginocchio popolazioni ed economia agricola? Per il professor Giuliano Di Baldassarre, teramano docente all’Università di Uppsala in Svezia, è possibile. “Io penso che sia importante curare le cause e non i sintomi, come fanno i bravi medici che hanno sì attenzione ai sintomi ma risalgono alla radice, cercando le cause.
“Ne possiamo elencare diverse– ha detto il professor Di Baldassarre -: c’è spazio ad esempio per ridurre i consumi, nell’agricoltura e nella produzione del cibo si può essere più efficienti. Pensate alla coltivazione del riso in pianura Padana, non deve essere abolita ma può essere ridotta perché oggettivamente richiede portate idriche che può essere sostenibile o compatibile a lungo termine. Un’altra causa su cui si può lavorare sono i cambiamenti climatici e per farlo bisogna spingere sulla riduzione delle emissioni, pensando che anche se andassero a zero noi continueremmo ad avere problemi con le risorse idriche. Intanto sarebbe buono evitare che le cose peggiorassero ma ci sono anche molte altre cose che si possono fare. Insomma, fondamentale risulta la riduzione dei consumi”.
La presenza del Direttore del centro di ricerca inter universitario per la mitigazione dei rischi da calamità naturale al convegno organizzato dalla Ruzzo Reti sul tema Acqua, sostenibilità e crisi idrica”, è stata occasione anche per fare il punto della situazione nel Teramano: sia la presidente Alessia Cognitti che il direttore generale Pierangelo Stirpe sono tornati a sottolineare come il problema, grazie anche alla gestione attenta e oculata nel corso degli anni da parte della Ruzzo Reti, non esiste. E per il Governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, è stata anche occasione per elogiare il lavoro svolto dal Commissario sulla sicurezza del Gran Sasso, Corrado Gisonni (presente al Convegno).che ha permesso di avere adesso un quadro completo di cosa c’è sotto al Gran Sasso, in quello che fino a poco tempo fa era definito il ‘condominio impossibile’.
Certo molto si potrebbe fare, rispetto alle crisi idriche, lavorando sull’efficienza delle reti acquedottistiche ed evitare la dispersione dell’acqua. Che se per la Ruzzo Reti questo problema è relativo, dopo gli investimenti fatti e addirittura l’istituzione anche di una ‘squadra perdite’ che si occupa di individuare i problemi lungo le condotte, in Italia è nodo annoso: molte reti hanno un’età media di circa 50-60 anni, qualcun addirittura un secolo di vita. “In Italia si investono ‘appena’ 2,5 miliardi di euro per le reti idriche – ha detto il vicepresidente della Ruzzo Reti, Alfredo Grotta -, contro i 9 del Regno Unito, i 7 della Germania e i 5 della Francia”.