Il luogotenente 57enne Maurizio Rapagna rincasava dopo il turno: la Panda sprofondò in una buca della provinciale 62 e si ribaltò più volte fino a schiantarsi contro una pianta. La riesumazione della salma ha escluso problemi fisici prima dell’urto
TERAMO – Non era stato un malore del luogotenente Maurizio Rapagna a provocare la perdita del controllo della macchina che poi aveva portato al tragico incidente stradale in cui il carabinieri perse la vita, lo scorso 29 marzo, ma altro, come ad esempio il fondo stradale accidentato. Sotto accusa adesso sembra esserci un tombino ‘killer’, da anni presente lungo il tracciato della provinciale 62, nella zona tra Casal Thaulero e Roseto mai ricoperto o messo in sicurezza.
Le perizie tecniche affidate dalla procura di Teramo, che indaga sulle cause del decesso del 57enne luogotenente in servizio al Nucleo radiomobile della Compagnia di Teramo, hanno individuato nelle asperità del terreno e in particolare nel tombino sprofondato di qualche decina di centimetri nell’asfalto, la probabile causa dell’incidente.
La Panda guidata da Maurizio Rapagna, finì all’improvviso fuori strada, ribaltandosi più volte e finendo la sua corsa contro una pianta. Il militare chiese soccorso con il suo cellulare ma poche ore dopo il suo trasferimento all’ospedale di Teramo morì per i gravi traumi interni subiti nell’incidente. Per spiegare la dinamica dell’incidente, si ipotizzò un malore che avesse colto il carabinieri alla guida. Ma la Procura ha voluto approfondire la situazione e il pm, ad esequie celebrate con una grande partecipazione di folla a Castelnuovo Vomano dove Rapagna viveva con la famiglia, ha disposto la riesumazione della salma per l’autopsia: il perito medico legale ha escluso il malore quale causa di morte, attribuendola invece ai traumi subiti.
questo ha dato maggior impulso alle indagini sul fronte delle responsabilità di terzi, perchè dai rilievi effettuati sul posto dell’incidente e sulla vettura guidata da Rapagna, sono stati evidenziati danni gravissimi soprattutto alle sospensioni anteriori che avrebbero determinato una modifica sostanziale dell’assetto della Panda: la macchina sarebbe ‘entrata’ nella buca rimbalzando e rompendo l’anteriore: questo avrebbe provocato il ribaltamento e lo schianto finale contro una pianta. Non è escluso che nei prossimi giorni nell’inchiesta potrebbero comparire i primi indagati, soprattutto tra coloro che sono deputati alla manutenzione della strada provinciale e a chi, nel corso degli anni, non ha mai rimosso questo pericolosissimo ostacolo alla circolazione.