L’autopsia sul corpo del 56enne Biagio Cornice, rinvenuto a Villa Pompetti di San Nicolò una settimana fa, esclude sia l’overdose che il malore: ha però evidenziato traumi da probabile caduta. L’operaio frequentava un cantiere edile di Sant’Atto per dei lavoretti in nero
TERAMO – L’autopsia ha accertato che Biagio Cornice, l’operaio di 56 anni trovato senza vita nell’abitazione di famiglia a Villa Pompetti una settimana fa, non è attribuibile né a una overdose da stupefacenti e tantomeno ad un malore. Piuttosto alle conseguenze di un infortunio subito sul lavoro, presso il cantiere edile dove si recava per fare lavoretti in nero, a Sant’Atto. L’esame medico legale ha dunque cambiato le carte in tavolo dell’indagine aperta dalla procura di Teramo.
Quanto il perito Christian D’Ovidio ha evidenziato (i risultati definitivi saranno disponibili nelle prossime settimane), anticipandone le conclusioni al pm che coordina le indagini, Greta Aloisi, sono evidenti traumi al petto e ad un braccio. Possibile conseguenze di una caduta, forse da un’altezza elevata, compatibile ad esempio con quella da una impalcatura o da un camion o da una ruspa. E’di conseguenza, questo apre l’ipotesi anche ad un’altra dinamica dei fatti, subito dopo il probabile incidente sul lavoro: invece di recarsi o di essere accompagnato in ospedale, Biagio Cornice è tornato o è stato riaccompagnato a casa. Qualcuno dunque sapeva: adesso il fascicolo sposta l’ipotesi di reato sull’omicidio colposo.