La strada fino ad oggi via Enrico Fermi diventa via Mario Narcisi: sannicolese doc, giardiniere, esempio di altruismo e generosità, animatore di SocialCuba per gli aiuti ai bambini cubani, amato da tutti, scomparso a 51 anni
TERAMO – Quella di oggi a San Nicolò non è stata la classica intitolazione di una via a un personaggio appartenuto alla politica, all’economia, alla storia oppure ancora alle arti. E’ stato molto di più. Il nome di Mario Narcisi sulla targa ha sostituito niente di meno che quello di Enrico Fermi, il Nobel per la Fisica nel 1938, noto per aver progettato il primo reattore a fissione nucleare e aver partecipato alla realizzazione della prima bomba atomica. Il Comune sta ‘razionalizzando’ i doppioni nella toponomastica tra il capoluogo e la frazione e questa anticipa tante altre sostituzioni.
Marcio Narcisi, come ha sottolineato il suo grande amico e promotore dell’iniziativa pubblica di sostegno all’intitolazione, il consigliere comunale Lanfranco Lancione, era un “uomo del popolo“, licenza media e giardiniere.
Per San Nicolò e Teramo, Mario ‘Cucs’ era un vero personaggio. Verace, presente, docile nel suo fisico forte, altruista soprattutto. Era una sua dote innata, un pregio che questa intitolazione si spera possa servire da esempio per le nuove generazioni nel conoscere cosa sia la generosità e il considerare gli altri tutti allo stesso modo. Mario Narcisi ci ha lasciato troppo presto, come accade spesso per le persone buone e giuste. A due giorni dal suo 51esimo compleanno, 12 anni fa (era il 6 settembre del 2010), Mario si spense sconfitto da una terribile malattia che aveva scoperto appena due mesi prima.
Lavorava con il papà Umberto e il fratello Bernardo, aiutava la famiglia, aveva tanti amici e si dedicava agli altri, ai quali prestava anche la sua rinomata forza fisica, sempre presente nelle iniziative che nascevano a San Nicolò, la ‘sua’ seconda famiglia. E a San Nicolò tutti sapevano che il suo furgone era a disposizione di chiunque e che parcheggiava la sua macchina aperta e con le chiavi nel cruscotto, semmai dovesse servire a chi ne aveva bisogno. Gli amici ricordano come una volta salvò un anziano colpito da un attacco cardiaco, in piazza, nonostante non avesse alcuna competenza nella rianimazione ma soltanto perché l’istinto lo chiamò ad agire. La sua presenza costante nelle iniziative di solidarietà (nella raccolte degli indumenti per i detenuti lui offrì il giaccone comprato due giorni prima, prestava denaro a chi ne aveva bisogno spesso senza riaverlo indietro), lo portò a diventare uno dei principali animatori dell’associazione ‘Socialcuba’, che ha contribuito nel tempo alla realizzazione di tante iniziative caritatevoli per i bambini cubani della provincia di Pinar del Rio: un debito di riconoscenza testimoniato dell’intitolazione, alla sua memoria, dell’aula di informatica nella scuola mista Camillo Cienfuegos nel Municipio di San Luis.
Chi fosse, dopo averlo raccontato il suo funerale (una folla variegata composta da persone di tutte le estrazioni sociali e ruoli), lo ha ricordato la cerimonia di stasera: in tanti si sono radunati per assistere allo svelamento della nuova targa, per accompagnare le parole del sindaco Gianguido D’Alberto, del consigliere Lanfranco Lancione e del già parlamentare Serafino Pulcini, con l’abbraccio alla mamma Italia, alla sorella Tiziana e al fratello Bernardo.