La prima ricostruzione della tragedia sul lavoro di Guardiavomano: Scipione era impegnato nei lavori per l’installazione dell’impianto fotovoltaico. Era di Bisenti. Lascia un bimbo di 4 anni
GUARDIAVOMANO – E’ morto precipitando da quasi dieci metri, mentre stava lavorando per la sua aziende specializzata nella rimozione dell’amianto, sul tetto del capannone della Ecotel (ex Teleco) di Roseto che ha lo stabilimento in contrada Pianura di Guardiavomano. E’ stato soccorso dagli altri operai che si trovavano al lavoro in quel turno, che hanno intuito la gravità delle sue condizioni, confermate poi dal personale del 118 giunto sul posto con un’ambulanza. Erano circa le 9 di questa mattina: quando è arrivato al pronto soccorso del Mazzini, i medici hanno potuto solo constatarne il decesso per i gravissimi traumi riportati, soprattutto alla testa.
Roberto Scipione, 52 anni di Bisenti, padre di un bimbo di 4 anni, molto conosciuto assieme alla sua famiglia che popola la contrada di Villa Scipione, è precipitato al suolo perché un lucernaio che stava attraversando si sarebbe sfondato sotto il suo peso. I carabinieri della stazione di Notaresco hanno aperto un’indagine e alla Ecotel è anche arrivata una squadra dell’Ispettorato del lavoro per i rilievi del tragico incidente: l’inchiesta dovrà accertare se tutte le misure di sicurezza – a cominciare dall’imbracatura e proseguire con la stabilità del ponteggio e della superficie su cui l’operaio si stava muovendo – fossero rispettate al momento della tragedia.
Sta di fatto che la provincia di Teramo, in appena 15 giorni, ha perso due lavoratori per altrettanti incidenti in azienda. Il 13 settembre era toccato purtroppo a Tonino Fanesi, schiacciato dal macchinario che stava controllando all’interno della Metallurgica Abruzzese a Marina di Mosciano. Il 16 settembre c’era stato anche il flash mob con corteo a Teramo per ribadire la necessità urgentissima di voltare pagina sul front della consapevolezza e della messa in pratica della sicurezza sui luoghi di lavoro. Adesso quest’altra vittima, uno sfregio alla mobilitazione comune e un’altra famiglia che piange un suo caro, uscito di casa per andare a lavoro e per non rientrare.