Lo ha stabilito l’autopsia eseguita questa mattina in ospedale: il piccolo era andato in arresto cardiaco mentre era in auto con i genitori. Inutili i tentativi di rianimazione prima in automedica e poi al pronto soccorso
TERAMO – E’ stata una malformazione congenita ad uccidere il piccolo Francesco, il bimbo di 19 mesi morto durante il drammatico trasporto verso l’ospedale di Teramo, in braccio ai genitori Loris, noto ristoratore, e Cassandra. L’esame necroscopico eseguito questa mattina all’obitorio dell’ospedale Mazzini dall’anatomo patologo Gina Quaglione, ha confermato il sospetto di una malformazione congenita nel piccolo che esclude qualsiasi responsabilità da parte di altri, genitori o soccorritori, che si sono spesi drammaticamente e senza tregua, per oltre un’ora e mezza, nel tentativo di rianimare il piccolo che si trovava in auto con i suoi genitori quando si è sentito male.
Il sospetto che a porre fine alla vita del piccolino fosse stata una malformazione congenita, era stato ingenerato dalle modalità con cui gli eventi si erano drammaticamente susseguiti nei minuti in cui il piccolo si era dapprima lamentato e poi aveva subito un arresto cardiaco. Nonostante la mamma e il papà avessero avvertito tempestivamente il 118, con cui avevano organizzato un cosiddetto ‘rendez vous’ con l’automedica, alle porte di Teramo, il bimbo è andato in arresto cardiaco e le manovre per rianimarlo sono state lunghe, disperate e purtroppo vane.
Il bimbo aveva cominciato a lamentarsi nel tragitto con i genitori, in auto, verso il capoluogo dove mamma e papà si recavano a cena. La mamma nel tentativo di calmarlo lo aveva messo al seno, come il piccolo Francesco era abituato a fare, pensando che potesse ancora avere fame. E’ stato tutto inutile: nei concitati ma professionali momenti del soccorso, con il ‘rendez vous’ effettuato tra la macchina dei genitori e l’automedica del 118 con il medico a bordo, nei pressi della stazione di rifornimento in via Po, il piccolo era andato in arresto cardiaco: tutte le successive manovre di rianimazione in auto, come l’assistenza portata al pronto soccorso da decine di medici e infermieri intervenuti in soccorso del piccolino, da pediatria, rianimazione e pronto soccorso, sono state lunghe ma vane.