Questa sera alle 18 proiezione del docufilm di Maxi Manzo e conviviale con l’autore a La Vineria, organizzati da Big Match
TERAMO – E’ in programma questa sera, nell’Auditorium di Santa Maria a Bitetto (in via Stazio, alle 18), la proiezione del docufilm ‘El Vestido de Dora’, scritto e prodotto da Maxi Manzo per la regia di Mati Long. L’iniziativa è organizzata dalla Associazione Big Match in collaborazione con il Conservatorio ‘Braga’ e La Vineria.
Il progetto si è aggiudicato il Premio Flaiano 2022 per la prima edizione Under 35 della sezione di Italianistica intitolata a Luca D’Attanasio, gode del patrocinio del Ministero degli Affari Esteri ed è finanziato dal Cram (Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo).
La serata continuerà con una cena a pochi passi dall’Auditorium, presso il ristorante La Vineria, per un momento conviviale che sarà anche l’occasione per confrontarsi, incontrare e conoscere l’autore Maxi Manzo. Per prenotazioni chiamare il numero 320/0375444.
L’OPERA. “El Vestido de Dora” è un docufilm di Maxi Manzo, per la regia di Mati Long e la sceneggiatura di Celeste Veleda. Girato tra Argentina e Italia, accompagnato dalle musiche di Giuliàn Gàndara, racconta “una storia che motiva i discendenti italiani nel mondo a scoprire le proprie radici italiane. E’ l’incontro di un nipote italo-argentino con le sue radici italiane. Un passaggio di vita dove la musica, le feste e le riunioni di famiglia costruiscono un momento di ricerca personale ed emotiva”.
Maxi Manzo è un giovane italo-argentino, artista e operatore culturale che da sempre ha un legame speciale con le sue radici italiane e, in particolare dall’inizio della pandemia da Covid-19, ha compiuto un’intensa ricerca della sua storia familiare per poi raccontare la sua esperienza (e quella di altre persone che come lui hanno intrapreso lo stesso percorso di scoperta delle radici familiari) con il progetto interculturale e docufilm musicale ‘El Vestido de Dora’.
Tutto parte delle testimonianze dei suoi nonni italiani emigrati in Mar del Plata, Argentina, che rievocano passaggi della loro vita, in un momento attuale di solitudine e introspezione. Attraverso i filmati dell’archivio di famiglia, il viaggio continua con il racconto della comunità italiana d’oltreoceano. La seconda parte è stata girata in Italia. Qui il protagonista, attraverso l’incontro con il territorio italiano ha trasformato in realtà le favole raccontate dai suoi avi, ha ritrovato le tradizioni musicali che fanno parte della sua ricerca interiore e che rappresentano un legame con il suo albero genealogico. Il finale rappresenta una rinascita con un messaggio di speranza in un momento di apertura verso un mondo nuovo che cerca di riconnettersi con i bisogni primari.