Al Santuario della Madonna delle Grazie tanta commozione per la lettera della figlia maggiore e il saluto di don Antonio Ginaldi
TERAMO – I volti sono attoniti, ancora oggi che la tragedia ha convissuto già da qualche giorno con chi lo ha conosciuto e con chi gli vuole bene. Nessuna domanda sulla morte del dottor Elso Castelli però potrà avere una risposta, se non di fronte a Dio. Solo un rispettoso silenzio può accompagnare il suo viaggio, come quel silenzio rotto solo dagli applausi all’uscita del feretro dal Santuario della Madonna delle Grazie, tra due ali di folla commossa, formata non solo da centinaia di suoi assistiti, ma anche da gente comune, gli amministratori comunali di Teramo con il sindaco Gianguido D’Alberto e il suo vice Giovanni Cavallari, l’assessore Stefania Di Padova, tantissimi amici e colleghi.
In chiesa la commozione è tanta, quando la figlia maggiore legge la lettera di commiato al suo papà eroe, quando lo stesso don Antonio Ginaldi (che ha officiato le esequie) ricorda i trascorsi di amicizia e di condivisione della frequenza alle scuole superiori. Tutti rivivono la propria esperienza di vita accanto a Elso Castelli, ascoltando quelle parole. E rendono ancor più inspiegabile il suo gesto di rifiuto della vita, voluto e cercato con modalità e tempistica agghiaccianti. In moltissimi di lui resteranno un ricordo indelebile fatto di generosità, gentilezza, disponibilità e soprattutto condivisione dei problemi e non solo sanitari, di ciascun paziente. Un modo di interpretare il ruolo del medico di famiglia, il suo, come accadeva nel passato, dove il tempo e gli altri impegni per Elso Castelli si fermavano perché la priorità era seguire e informarsi passo passo sulle problematiche personali di ciascuno dei suoi mutuati.
L’addio è stato struggente, la presenza resterà per sempre.