Mentre la tifoseria boicotterà la partita con il Piano della Lenta, gli ultras faranno sentire il loro sostegno alla squadra dall’esterno: “Basta ricatti, rivogliamo il nostro blasone”
TERAMO – Chi credeva che la questione Iachini/tifoseria fosse sopita da un rientro nei ranghi sui rispetti fronti della polemica, si sbagliava di grosso. A ravvivare la vicenda e i recenti dissapori, esplosi in estate con l’esclusione dai campionati professionistici del Teramo Calcio, ci ha pensato maldestramente la dirigenza del Piano della Lenta, che si è rivolta all’attuale gestore dello stadio Bonolis perchè ospitasse – a pagamento, figurarsi se gratis – la partita con cui il Campionato di Promozione riparte dopo la sosta per il Città di Teramo, quella contro il Piano della Lenta. Per tanti si è trattato di una burla, di altri di una beffa, per tantissimi un affronto insuperabile. A questo si aggiunga poi che, qualora i tifosi avessero scelto di esserci, sarebbero stati limitati alla frequentazione della sola tribuna: ce li vedete voi gli ultrà, ad esempio, ma anche i tifosi organizzati dei Club, obbligati a non poter entrare in quelli che fino a pochi mesi fa erano i loro settori?
E’ dunque molto probabile, stando ai tam tam della tifoseria organizzata, che all’incontro, domenica 8 gennaio, siano presenti solo i sostenitori della squadra del quartiere teramano e nessuno della tifoseria biancorossa. Un boicottaggio diretto al gestore dello stadio, presidente fino a poco più di un anno fa del Teramo Calcio e poi socio della squadra ceduta ai Ciaccia. L’astensione dal seguire la squadra in trasferta, come accaduto fino ad oggi, con la presenza costante di circa un migliaio di persone, è stata ribadita di recente dal direttivo del Club Biancorosso.
Ma la tifoseria più accesa, quella ultrà, non starà a guardare. Ovvero non diserterà il campo e basta. Sapendo che dentro al Bonolis c’è la loro squadra, il Città di Teramo, e che i giocatori hanno bisogno del loro sostegno, loro saranno fuori all’impianto, per garantire lo stesso l’appoggio e il tifo.
Lo fanno sapere i giovani dei ‘Sedici Gradoni ultras Curva Est’ che hanno spiegato la loro posizione e la loro iniziativa, in un volantino diffuso in città: “Domenica staremo fuori i cancelll della curva. Questa situazione assurda, creata e irrisolta dalle istituzioni, noi l’avevamo prevista pio di dieci anni fa durante la battaglia per la salvaguardla del Glorioso Stadio Comunale. Avevano messo in guardia tutti sul fatto che questa città non aveva uno stadio di proprletà e che il Bonolia rischiava di diventare oggetto di ricatto del gestore di turno. Oggi, grazie a ohi ha curato sempre e solo i propri interessi sulla pelle della collettività, ci ritroviamo ostaggi di beceri personaggi, locali e non, che oltre ad aver infangato la nostra storia sportiva, continuano a trattare come cosa propria il nome del Teramo Calcio 1913, inestimabile patrimonio della città, privando la stessa dell’impianto Bonolis, attraverso squallidi giochetti di ricatto, costringendoci a peregrinare lontano da Teramo. Siamo stanchi di questa situazione e domenica urleremo a gran voce il rispetto che. merita la nostra storia. Centodieci anni di storia e tradizione, siamo il Teramo Calcio 1913, rivogliamo il nostro blasone“.