Raccolto l’appello dei Sedici Gradoni: la tifoseria biancorossa si accomoda all’esterno e sostiene la squadra con fumogeni e petardi e lancia slogan contro il gestore dello stadio
TERAMO – Cori contro il gestore dello stadio, al grido “Vergogna, vergogna”, fumogeni, due grossi petardi di ‘saluto’ e slogan senza tregua: la vera partita si gioca (e si guarda) dall’esterno, da ‘ngim a lu culline’, tanto per restare all’idioma che accomuna le due squadre in campo, quella della Città di Teramo e quella del suo quartiere Piano della Lenta. Gl ultras e molti tifosi dei club organizzati al Bonolis non sono entrati e sono arrivati, come usanza, in concomitanza con il fischio di inizio, anche se per la verità il loro esordio è coinciso con la rete della squadra biancorossa segnata da Petrarulo al 9′.
Il sentimento più forte però è stato la tristezza, quella che pervaso chi li ha guardati fare il tifo per la loro squadra, quella che hanno seguito dovunque, in ogni trasferta, ma non nella più a portata di… casa, allo stadio Bonolis. Hanno visto la partita – molto bene per la verità, soprattutto nella ripresa quando la squadra cittadina ha attaccato sul fronte più lontano al loro – dirimpetto alla ‘loro’ curva. Ma è più forte il desiderio di boicottare la presenza allo stadio Bonolis che hanno messo ancor più fiato in gola per far sentire il loro sostegno alla squadra e la loro contrarietà a questa stravagante situazione.
Da fuori era ben visibile. il colpo d’occhio sulla tribuna, occupata sì e no da non più di 400 persone, come qualcosa di più di una tipica partita di Promozione. Che poteva essere invece un bello spettacolo di sport, se giocata in qualsiasi altro campo omologato.