Nel programma INTERREG Italia-Croazia si fa affidamento sul know-how dell’Acquedotto per la prevenzione e la risposta all’emergenza. Fronte comune con i sindaci sul problema delle ‘reti fognarie miste’
TERAMO – Prevenzione ed efficacia della risposta all’emergenza in caso di eventi alluvionali, sono tra gli obiettivi che i tecnici della Ruzzo Reti si pongono come partner tecnologico dell’Adsu, l’Azienda per il diritto allo studio di Teramo, con la partecipazione al progetto Stream, nell’ambito dei finanziamento del programma INTERREG Italia-Croazia, del valore di oltre 9 milioni di euro.
Il know-how dell’Acquedotto di via Nicola Dati torna molto utile in questa attività, come si è detto questa mattina nel corso della presentazione dell’ultimo passaggio tecnico del progetto europeo, alla quale hanno partecipato il presidente e il direttore generale della Ruzzo Reti, Alessia Cognitti e Pierangelo Stirpe, il direttore generale della Regione Abruzzo, Antonio Sorgi, il presidente dell’Adsu, Vincenzo Di Giacinto, il direttore del dipartimento di Bioscienze e tecnologie agroalimentari e ambientali di UniTe, Enrico Dainese, e l’assessore regionale Pietro Quaresimale,
Il ruolo della Ruzzo Reti è importante e risiede nella capacità tecnico scientifica della Ruzzo Reti di lavorare sulla difesa dell’ambiente, attraverso studi, progetti e interventi che ad esempio possono incidere sul rinnovo della rete fognaria, in collaborazione con i sindaci del territorio.
La provincia teramana paga infatti lo scotto di una diffusa modalità di realizzazione delle reti fognarie, nel passato, in cui le cosiddette acque nere non sono separate dalle acque meteoriche. In caso di abbondanti piogge o straripamenti o tracimazioni di bacini d’acqua, il ‘carico’ sui depuratori può essere fatale, con evidenti e pericolose ricadute sulla qualità delle acque del mare (e dunque riflessi sul turismo), come ha sottolineato la presidente della ruzzo Reti, Alessia Cognitti.
Per questo la Ruzzo Reti ha avviato uno studio-monitoraggio su un depuratore tipo, come quello di Corropoli, per capire come è possibile salvaguardare tecnicamente un impianto del genere da episodi calamitosi: è una delle 9 azioni-pilota scelta in ambito europeo e affidata all’Adsu e gestita da Ruzzo Reti, che assieme all’Università di Teramo ha sviluppato anche un progetto sulla fitodepurazione, accompagnato da una campagna di sensibilizzazione sul territorio, soprattutto quello rurale: l’obiettivo in questo caso è quello di un aumento dell’utilizzo della fitodepurazione piuttosto che delle attualki cosiddette ‘fosse Imhoff’.