Secondo la Fim Cisl e la Fiom Cgil le aziende sono incuranti delle temperature esterne e danno priorità al risparmio energetico. Chiesto il controllo del Servizio tutela della salute
TERAMO – Perché nelle fabbriche fa freddo e gli operai sono costretti a lavorare con temperature rigide che amplificano quelle che si registrano all’esterno, in particolare in questi giorni? Lo chiedono i segretari dei sindacati Fim Cisl e Fiom Cgil, Marco Boccanera e Natascia Innamorati, invitando il servizio tutela della salute sui luoghi di lavoro a vigilare.
“In questi giorni, le temperature si sono abbassate notevolmente – dicono Boccanera e Innamorati – e si è entrati nel periodo certamente più rigido dell’anno. Le nevicate delle ore passate su diversi territori della provincia lo confermano. Queste basse temperature sono ancor più rigide dentro i luoghi di lavoro, in particolare nelle fabbriche. Per questo chiediamo alla Als di Teramo di voler vigilare attraverso controlli e sopralluoghi su quelle che sono le temperature attuali all’interno delle nostre fabbriche, e dunque su quelle percepite dalle lavoratrici e dai lavoratori. In diverse fabbriche della nostra provincia si lavora sotto i 15 gradi, in alcune anche sotto i 10, nello svolgimento di attività lavorative mobili e immobili per 8 ore al giorno”.
Per i sindacati insomma non ci sono le condizioni ‘normali’ per poter lavorare e il problema sarebbe noto da tempo: “Sebbene ci siano state segnalazioni e richieste da parte dei Rappresentati dei lavoratori per la sicurezza, al fine di sollecitare gli adempimenti e gli obblighi previsti dal Testo unico sulla Sicurezza, sia rispetto alle misure tecniche e che su quelle organizzative che il datore di lavoro dovrebbe adottare per garantire un ambiente di lavoro salubre, la situazione da inizio dicembre non è cambiata. Gli impianti di riscaldamento non vengono accesi adeguatamente, in diverse fabbriche non vengono addirittura attivati neanche durante i turni notturni. Non vengono riscaldati adeguatamente i locali comuni, mense e spogliatoi, e non vengono consegnati tempestivamente indumenti idonei termici“.
“In quelle fabbriche dove sono presenti le Rappresentanze sindacali unitarie – aggiungo i sindacalisti Fim e Fiom -, sembrerebbe che in questo periodo sono aumentati notevolmente i casi di malattia. Si parla infatti di assenteismo, quasi a far intendere che i lavoratori non abbiamo coscienza sulla attuale situazione che stiamo vivendo in termini di aumento del prezzo del gas e dell’energia. Al contrario, i lavoratori sono coscienti ed anche pazienti, e questo lo dimostra. Insomma, ci troviamo ancora una volta costretti a constatare che in diverse fabbriche della provincia di Teramo viene anteposta la necessità di risparmiare sulla salute delle lavoratrici e dei lavoratori”.