La denuncia arriva dall’onorevole Luciano D’Alfonso: “Se non arriverà un ‘ravvedimento operoso’ pronte le denunce a Procura e Corte dei conti”
PESCARA – Sulla elargizione al mare magnum di questuanti, amici, amici degli amici e perfino associazioni fantasma o attive solo sulla carta, ci sarebbero anche liste elettorali. Lo sostiene il deputato del Partito democratico Luciano D’Alfonso, che in una conferenza stampa, ha “messo in discussione il bilancio della Regione Abruzzo” e parlato di ritorno dei “tempi dei fondi Pop“, lo scandalo che ad inizio anni ’90 portò in cella quasi tutta la giunta allora presieduta da Rocco Salini.
D’Alfonso a Sulmona ha parlato fingendo di avere al suo fianco, come colleghi immaginari, Francesco Mannella, il geometra di Ateleta che denunciò lo scandalo dei fondi Pop, e Andrea Mascitti, l’imprenditore di Orsogna che con le sue rivelazioni su un giro di tangenti fece finire in carcere l’assessore regionale Luigi De Fanis nel 2013.
D’Alfonso ha spiegato che “tra i 1.200 beneficiari di risorse per complessivi 12 milioni di euro all’interno della Legge regionale di stabilità 2023 – della quale non abbiamo ancora gli allegati, perché tuttora in fase di redazione -, figurano almeno due liste elettorali presentate in provincia di Pescara, contravvenendo al dettato della normativa sul finanziamento dello Stato ai partiti politici. È giusto finanziare i Comuni ma non dobbiamo permettere una replica della stagione di De Fanis”.
Sull’argomento il deputato PD ha presentato un’interrogazione al Parlamento e ha preannunciato che, se entro venerdì prossimo non sarà fatta chiarezza da parte della Regione con un “ravvedimento operoso”, procederà con due distinte denunce alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti.