Biagio Cacciatore, di Castilenti, non nuovo a ‘fughe’ volontarie, girovagava senza memoria nel Cilento. Scambiato per un francescano sparito anche lui nel 2002: la storia finisce in tv e i famigliari lo vedono
TERAMO – Ripeteva “io sono nessuno” e diceva di aver perso la memoria. Ha vissuto da clochard fino a quando i carabinieri di una pattuglia lo hanno avvicinato per chiedergli se avesse bisogno di aiuto. Da quel momento è diventato protagonista di un caso nazionale, rilanciato dal programma televisivo di Rai3 ‘Chi l’ha visto?’, e ha fatto sperare per un pò i famigliari di un altro scomparso di vecchia data, un frate missionario padovano di cui non si hanno tracce dal 2002. Il passaggio televisivo sulla terza rete nazionale nel programma di Federica Sciarelli, ha permesso ai suoi di famigliari, di riabbracciarlo dopo un anno.
Sì perchè Biagio Cacciatore, ‘fuggitivo seriale’ adesso 50enne, si era allontanato dalla sua casa di Castilenti un anno fa e non lo avevano più trovato. Non era successo come le altre volte, quando per cercare e poi ritrovarlo si era mossa la macchina dei soccorsi, con il protocollo della prefettura: decine e decine di volontari e uomini delle forze dell’ordine a setacciare il territorio, credendolo a rischio nel freddo e tra la boscaglia frequentata dai cinghiali. Stavolta la sua fuga, sempre volontaria, non è stata nemmeno più denunciata e quindi messa sotto attenzione. E’ durata un anno, fino a poche settimane fa quando ha fatto l’incontro con i carabinieri di Contursi Terme, nel Cilento salernitano.
La storia è stata raccontata mercoledì da ‘Chi l’ha Visto?’. Cacciatore è finito fino a Padova, dove i carabinieri della Compagnia di Eboli lo hanno accompagnato perché la presenza di una cicatrice su un braccio, i modi e il fisico, avevano fatto pensare che potesse essere padre Michele Bottacin. Il frate missionario scomparso vicino Pieve di Cadore (Belluno) nel luglio del 2002, era molto somigliante. I parenti e la mamma centenaria del francescano hanno creduto davvero fosse lui, quando. l’hanno incontrato, salvo poi arrendersi di fronte all’evidenza scientifica del Dna, che ha spento la speranza.
Biagio è tornato ad essere lo smemorato che diceva di essere, senza un nome. Nel 2014, aveva lasciato Castilenti e dopo quattro giorni di ricerche scattate dopo la denuncia dei famigliari, era stato ritrovato nei pressi di Penna Sant’Andrea. Si era cibato di noci e bacche e dissetato a una fontanella. torno, forse a malincuore lui spirito libero e ribelle, a casa in campagna. Cinque anni dopo ci riprovò. Nel 2019, altra fuga. stavolta mentre tutto l’apparato di vigili del fuoco, carabinieri e polizia, oltre a decine di volontari, lo cercavano sempre dalla sue parti, dopo ancora altri quattro giorni, lui ricomparve a Fossacesia, sul litorale dei Trabocchi. Aveva percorso oltre un centinaio di chilometri a piedi. Stavolta per stare al sicuro, era andato più lontano, sul fronte opposto dello Stivale.
Ma la trasmissione tv è stata utile: da Castilenti hanno visto e contattato i carabinieri di Eboli. Per Biagio, da molti dato per definitivamente scomparso, si sono riaperte le porte della sua casa di Castilenti ed potuto tornare dai suoi fratelli.