L’incontro già programmato verterà sull’attualità della situazione e sulla scarsa sicurezza delle stradde montane. Anche Persia tuona con l’Ente: “Bisogna investire sulle strade montane”
PIETRACAMELA – La tragedia del Suv che ha provocato due vittime e due feriti ha riaperto una polemica vecchia sulla pericolosità di un tracciato, quello della provinciale 43 per i Prati di Tivo. Mentre i soccorritori erano impegnati a recuperare e trarre in salvo le due donne bloccate nel dirupo dopo essere state sbalzate dalla Jeep rimbalzata più volte nel burrone, molti dei residenti del posto accorsi, hanno ricordato come da anni si chiede una sistemazione delle protezioni laterali. Qui in alcuni punti ci sono ancora i parapetti di pietra e cemento degli anni ‘50, a difesa di strapiombi che fanno rabbrividire pensando a dinamiche di incidenti come quello di sabato sera. Inutili sono risultate le ‘mani’ di vernice, leggasi nuovo asfalto sul fondo stradale, regalate dal più recente passaggio della carovana della Tirreno-Adriatico del marzo di due anni fa.
Tanti ricordano anche la terribile invernata del 2013, quando ai primi di dicembre, l’apertura degli impianti di risalita fu rinviata nonostante l’abbondante neve disponibile, perché la strada provinciale era chiusa al transito per il pericolo di frane. Fu un record di isolamento per Pietracamela e le sue frazioni di Intermesoli e Prati di Tivo: 10 giorni senza poter raggiungere il comune montano e, beffa del destino, appena dopo tre giorni dopo che la strada era stata riaperta, un altro grosso masso precipitò sul tracciato, imponendo alla Provincia (con l’allora assessore Elicio Romandini) un altro stop alla circolazione per motivi di sicurezza.
Il problema sicurezza sarà al centro dell’incontro programmato che oggi il presidente della Provincia, Camillo D’Angelo, farà al Comune di Pietracamela. Adesso la priorità dei colloqui verterà sulla sicurezza della viabilità e il sindaco Antonio Villani è deciso a portare avanti la politica di. interventi decisivi e non più rinviabili. Un fronte comune si è creato anche con i. primi cittadini di Fano Adriano, Luigi Servi e di Crognaleto, Orlando Persia. quest’ultimo ha fatto sentire la sua voce chiedendo un tavolo pubblico tra gli enti coinvolti: «I tragici accadimenti che hanno purtroppo visto coinvolti due miei concittadini portano a porre una serie riflessione sulla sicurezza delle strade interne montane. Diventa sempre più necessario ed urgente – dice il primo cittadino di Crognaleto – mettere in sicurezza le nostre strade, non solo con sporadici interventi di manutenzione ma con una progettualità e una lungimiranza che abbiano come obiettivo fondamentale la tutela della pubblica e privata sicurezza. E’ necessaria un’attività sinergica di tutti gli enti preposti e sarà mia premura chiedere l’istituzione di un tavolo tecnico per dare soluzione a questa grande criticità».
Intanto il sindaco è in attesa di una decisione della magistratura sul rilascio delle salme da parte della magistratura: da questo dipenderanno la decisione dei famigliari su dove svolgere le esequie e quella dell’amministrazione comunale di indire il lutto cittadino in concomitanza delle esequie.
(Nella foto: il tornante dove il Suv condotto da Giorgio Bellachioma ha sfondato il guard rail volando nel dirupo per oltre 50 metri)