Gli imprenditori di Tottea invitati dal commissario liquidatore della Gst a firmare dal notaio l’atto di acquisto sulla base di 1,5 milioni. L’affare fu interrotto dalla causa di Finori
TERAMO – La riconsegna della seggio cabinovia dei Prati di Tivo, da parte di Marco Finori, alla Gran Sasso Teramano oltre a chiudere il capitolo della gestione dell’imprenditore sambenedettese, apre forse quello dei fratelli Persia. La società di Tottea di Crognaleto ha ricevuto la nota del commissario liquidatore, Gabriele Di Natale, che lo invita a procedere, attraverso i notai Teresa De Rosa e Luca Vitale, alla firma dell’atto pubblico di trasferimento del ramo d’azienda della Gst.
La nota è stata inviata per conoscenza anche ai soci della Gran Sasso. Si riprende dunque il processo di vendita degli impianti di risalita dei Prati di Tivo (tranne la seggio cabinovia) e di Pratoselva, interrotta dal ricorso di Finori ai giudici. Si ricorderà che per sbloccare il drammatico momento di paralisi della controversia, e dopo la mancata presentazione di Finori davanti al notaio per sancire l’acquisto, la Gst decise di rivolgersi al secondo classificato nella gara. Ma quando sembrava vicina una svolta, la sorpresa: l’ingresso dei fratelli Persia, che avevano dichiarato la propria disponibilità a subentrare nell’acquisto, sulla base dell’offerta presa a riferimento, ovvero 1,5 milioni di euro.
I Persia sarebbero subentrati anche nella convenzione con la Provincia per utilizzare la seggio cabinovia (che è di proprietà dell’Ente) e avviare il rilancio delle due stazioni turistiche montane teramana. Cosa è successo dopo è storia nota. Finori con un ricorso al Tar (che nel giugno dello scorso anno si dichiarò poi non competente rispetto al giudice civile) bloccò la procedura di trasferimento alla società di Tottea, paralizzando di fatto poi tutti i tentativi di procedere oltre, con altre opposizioni giudiziarie.
È chiaro che nell’invito a procedere alla stipula dell’atto di vendita, notifica ai fratelli Persia anche l’esistenza di una domanda giudiziale di Finori di sequestro conservativo degli impianti. È paradossalmente vero però che qualora i Persia dovessero tirarsi indietro per l’esistenza di questa, la Gst potrebbe eccepire una successiva richiesta di danni nei confronti di Finori.
Ma tutti, dagli operatori ai residenti, agli amministratori e appassionati, si attendono che la procedura possa ripartire e vedere almeno la seggio cabinovia ‘girare’ questa estate con la nuova gestione dei Persia.