Celebrati a Campli i funerali del giovane operaio morto nell’incidente di Cavuccio: i Tir dei colleghi, lo striscione degli amici, l’abbraccio per il suo grande dono
CAMPLI – E l’ora del dolore, l’ora dell’addio, ma nella consapevolezza che nella tragedia, Mattia Di Giovanni ha saputo lasciare un traccia in questa vita alla quale è stato strappato da un destino violento, da quel tragico incidente con lo scooter a Cavuccio: ha donato la vita ad altre quattro persone. Campli l’ha salutato in religioso silenzio e con grande rispetto: in piazza Vittorio Emanuele, di fronte alla chiesa di Santa Maria in Platea, una folla di amici e conoscenti, colleghi di lavoro e parenti, ha atteso l’arrivo del feretro per accompagnarlo nell’ultimo viaggio terreno.
Per lui, una ‘scorta’ composta dalle motrici dei ‘bilici’, che lui sapeva manovrare con grande perizia come altri mezzi meccanici da cantiere, con professionalità riconosciuta da tutti. La sua esperienza nell’impresa edile Palumbi di Torricella non era che la più recente, ma le richiesta per nuovi lavori erano tante.
Accanto a Monica, distrutta e in lacrime, tante braccia pronte a sorreggerla e cuori a confortarla, così come per la mamma Daniela e le sorelle Stefania e Azzurra, i suoceri Franco Cavallin e Lucia. Una messa densa di commozione come commosso è stato l’applauso all’uscita del feretro: “Ciao Mato Mattia, non ti dimenticheremo mai, rimarrai sempre nei nostri cuori”, hanno scritto su uno striscione gli mmici di Pagannoni. Lui ci sarà, come ogni giovedì al calcetto, o alla Crocetta, ci saranno soprattutto quelle quattro persone che torneranno a vivere, con il grande, ultimo dono, che Mattia ha fatto loro.