E’ l’obiettivo che il commissario Roberto Canzio insegue con gli immobili da recuperare e rendere redditizi. Sempre in attesa dell’accreditamento. Con gli accordi risparmiati 750mila euro
TERAMO – Il futuro economico finanziario dell’Azienda dei servizi alla persona di Teramo (la Asp 1) potrebbe virare decisamente verso il roseo se la programmazione individuata dal commissario straordinario Roberto Canzio andasse in porto nei prossimi mesi. Perché se è vero che l’indebitamento dell’azienda che raggruppa le case di riposto di Teramo e Civitella e altre strutture potenzialmente redditizie, incide in maniera gravosa, la concretizzazione di alcuni progetti già finanziati potrebbero come minimo tradurre in attivo quello che oggi sul bilancio viene segnato come perdita.
Canzio lo ha spiegato chiaramente incontrando la stampa per fare il punto sullo stato dell’arte. Se il pregresso di circa 12 milioni di euro può essere abbattuto o tramite un intervento risolutivo della Regione o attraverso un sostegno delle banche – anche se l’opera di transazioni portata avanti in questi mesi ha permesso di rosicchiare una cifra consistente di circa 7 milioni di euro con un risparmio di 750mila euro in interessi risparmiati -, l’Asp1 nelle idee di Canzio potrebbe generare ricavi. Come? Attraverso i suo beni immobili, in particolare, e la realizzazione di comunità energetiche in collaborazione con l’Ater. A partire dalla creazione di una Residenza per anziani nell’ex Regina Margherita, una nuova scuola materna per 80 bimbi al Gemma Marconi, una serie di mini alloggi riservati alle persone anziane e socialmente deboli nell’immobile di via Nicola Palma a Teramo, servizi multipli socio educativi nell’immobile ‘Santa Maria Luisa’ a Corropoli, un ospedale di comunità nell’ex ospedaletto di via Taraschi a Teramo, di recente finanziato con 10 milioni di euro, per rendere concreto il progetto condiviso con la Diocesi di Teramo-Atri di un ospedale di comunità, noto come Cittadella Carità.
Sulla carta, quello che oggi costituisce un bilancio di circa 2 milioni di euro di perdite, entro il 2027 si trasformerebbe in un conto ricavi di 2,5 milioni di euro. C’è poi il capitolo accreditamenti, attesi da anni, per i nuovi 51 posti autorizzati dalla Regione che si sono tradotti fino ad oggi in oltre un milione di euro di mancate entrate. E se è vero, ad esempio che le case di riposto lavorano, anche per ‘colpa’ del Covid, con 80 posti letto in meno rispetto ai potenziali 383, anche in questo caso la cifra meno si antepone a un numero oscillante tra i 7 e gli 800mila euro.
Canzio ha voluto toccare anche l’argomento rapporti con il personale: “Sono migliorati – ha detto – perché probabilmente si è presa coscienza del fatto che si sta lavorando bene e meglio di prima”. Il nuovo affidamento del servizio mensa fa da preludio a quello dei servizi socio sanitari assistenziali e generali.