L’annuncio dell’apertura del cantiere fatto da Cavallari manda in corto circuito il referente della lista di Gatti, che dimentica qualche passaggio del 2016-2017 (all’epoca assessore Fracassa)
TERAMO – Nel consueto (e scontato) solco della impostazione di una campagna elettorale votata alla negazione delle altrui cose fatte, e al dileggio arrogante e spaccone tipico di chi ha impostato la comunicazione della coalizione che sostiene Antonetti, torna a farsi sentire per la seconda volta in pochi giorni, dopo un quinquennio, colui che una volta sedeva in consiglio comunale come capogruppo di Futuro In, l’avvocato Giovanni Battista Quintiliani.
Lo fa per attaccare il vicesindaco Giovanni Cavallari, sulla frana di Mezzanotte, nel giorno in cui l’amministratore uscente e candidato a sostegno di Gianguido D’Alberto sindaco, annuncia la consegna dei lavori. Dopo aver tentato un colpo di mano regionale, con la complicità di esponenti della giunta Marsilio, teso a bloccare l’avanzamento del percorso per la soluzione di una procedura complessa fatta, ad esempio, di ‘appena’ 30 espropri, il candidato di Futuro In inanella l’ennesima figura da smemorato, che evidentemente deve essere nel dna di questa lista civica.
A Quintliiani dispiace che il vicesindaco esulti “per l’affidamento dei lavori della frana di Mezzanotte, dopo almeno 3 anni di gravissimi ritardi“. Dispiaciuto perché finalmente i lavori partono, Quintiliani sottolinea non la conclusione bensì il ritardo di 3 anni con cui partono i lavori. A questo aggiunge il ricordo di una (politica e telecomandata) diffida al Comune da parte della Regione e parla di verità, lui che ne è depositario. Dimentica, però, la storia di questa città, che invece è la nostra passione. Quando il crollo avvenne, era il febbraio del 2017, la giunta in carica era quella di Brucchi, e l’assessore ai Lavori pubblici nelle cui mani scoppiò la patata bollente, era il suo compagno di… elezioni, Franco Fracassa. Sì, lui quello noto, tra le tante cose, anche per i lavori di corso San Giorgio, le rotondine provvisorie, l’ospedale a Villa Mosca, le fettucce per misurare i ‘suoi’ parcheggi fuori misura, gli esposti in procura, etcetera, etcetera…
A Quintiliani sarebbe interessante chiedere cosa, di meglio, riuscì a fare l’allora assessore ai Lavori pubblici per mettere una pezza a quella gravissima situazione. Nulla. Anzi, lo ricordiamo bene, anche perché intervenne la magistratura a sequestrate il tratto di Lotto 0 in cui la frana si ‘appoggiò’ a una paratia laterale: chiese a un privato di provvedere alla canalizzazione delle acque a monte della collina franata e non riuscì ad andare oltre questo, nonostante la sua buona volontà. Sapete anche cosa aiutò questo fallimento amministrativo? Una mattina di novembre (ovvero 9 mesi dopo nel corso dei quali avrebbe potuto inventarsi qualcosa per Mezzanotte che dal maggio 2016 e anche prima lamentava il disinteresse verso questo movimento franoso) Fracassa e i suoi amici della lista di Gatti si presentarono alla firma delle dimissioni assieme alle opposizioni, che oggi ‘combattono’, per far cadere sotto il fuoco amico il sindaco Maurizio Brucchi.
Grande gesto di responsabilità verso la città (e i cittadini di Mezzanotte in questo caso specifico) oltre che della coalizione (attento aspirante sindaco Antonetti, guardati alle spalle)… Fracassa e Futuro In, cioè, fanno cadere la giunta e tutti vanno a casa. E la frana? Può aspettare. E deve aspettare che arrivi la giunta di Gianguido D’Alberto e che Cavallari in questo caso, si adoperi per trovare la soluzione, si spera definitiva, al problema idrogeologico cronico. Può averci messo tre anni? Forse, ma una soluzione l’ha trovata, e adesso apre il cantiere. Ma voi direte: si può ingoiare un rospo in politica? Certo che no. Ecco allora che piuttosto che tacere – meglio che complimentarsi vero? -, addirittura si attacca per il ritardo. Incredibile. Non solo pensarlo ma anche scriverlo. O farselo scrivere da chi è fuori del tempo e dello spazio, accecato dal livore e stressato dall’incompetenza, che una vittoria elettorale se la creerebbe, se potesse.
Ecco cosa scrive Quintiliani, colui che ‘non ricorda’: “La verità fa bene a tutti, a maggior ragione in campagna elettorale, perché dimostra la serietà e la credibilità dei candidati e delle liste, e Teramo sarà più bella, di sicuro, quando le strumentalizzazioni elettorali lasceranno il passo ad un operoso e meno sbandierato lavoro per la città, evitando di attribuirsi meriti anche quando lentezze e ritardi sprigionano – come è stato per Mezzanotte, come è per tanti edifici pubblici – danni per le comunità amministrate”. ‘Operoso e meno sbandierato lavoro per la città’, capite? Come operoso lo fu Fracassa (e gli amici di Futuro In) nel far cadere la giunta Brucchi, meno sbandierato perché inesistente.
Per aiutarlo a ritrovare memoria, postiamo una foto che è emblematica di quell’epoca: volti tesi in consiglio comunale, attorno a Brucchi ci sono almeno cinque consiglieri (uno è di spalle) che oggi si ripresentano a chiedere il voto dei teramani. Forse anche quelli di Mezzanotte. E dietro a Brucchi c’è proprio Quintiliani. Che oggi parla di verità.