Il sindaco uscente vince al primo turno con un significativo 54,5%. Antonetti e il centrodestra pagano i tanti errori prima e durante la campagna, centrando uno dei risultati più bassi alle comunali (36,4%). Risultato dignitoso della candidata Marroni (9,2%)
TERAMO – Altro che tiro da 3. Per usare la terminologia tanto cara al candidato sconfitto, Gianguido D’Alberto ha ‘asfaltato’ gli avversari di queste amministrative che ne suggellano la conferma alla guida del Comune di Teramo. E’ un pò come i 20 punti che il Teramo Basket di Antonetti rifilò agli esordi in Serie A a Varese, come evocato nell’ultimo comizio dallo stesso ex presidente di quella squadra. Che evidentemente più preso a rincorrere il problema di un timballo non citato nella guida di Repubblica o un topo a passeggio in piazza Verdi o a ‘scolorire’ testardamente la città, si è distratto e non si è accorto che i teramani fanno caso ai contenuti e amano i temi della politica. Ma soprattutto che avevano già deciso, riconoscendo il buon lavoro svolto da questa amministrazione, mentre i soliti noti si divertivano a prendere in giro se stessi e gli altri della coalizione, ritardando l’avvio di un programmo credibile e ancor più di un candidato spendibile.
Risultato: che il ‘rimandiamoli a casa’ che Antonetti ha gridato alla sparuta pattuglia di piazza Martiri non era un incitamento ma un boomerang e che “andiamo a vincere al primo turno” riletto oggi fa sorridere oltre che portare sfiga. Ma il buon avvocato sa che prendersela adesso vale a poco. Conosceva i rischi di questa scommessa e non può aggrapparsi a nulla. E’ stato attore consapevole del teatrino dell’invito civico a candidarsi, nel ruolo di non protagonista in una sfida che altri (il noto duo Sottanelli-Gatti) hanno pianificato. Ha accettato i consigli a buttarla in bagarre e soprattutto ad affidarsi a consulenti che lo hanno portato al massacro, con quotidiani bagni di fango che hanno soltanto sortito l’effetto di rinforzare D’Alberto e screditare, forse definitivamente, un certo modo di fare giornalismo, difficile da nascondere dietro una foglia di fico.
Risultato? Gianguido segna un significativo 54,5% (con un +2,5 del candidato sulle liste della coalizione) e Antonetti a contare un magro 36,4% che risulta essere anche inferiore di circa il 3% – 2,8 – rispetto alle sue liste), affidando alla candidata sindaca Maria Cristina Marroni un dignitoso 9,1%. La vittoria è completata dal risultato di Insieme Possiamo, la lista di D’Alberto, prima tra le 15, con il 15,2%, davanti a Futuro In che è l’unica a salvare la faccia sul fronte di centrodestra, grazie a un 14%, che migliora di 3 punti il risultato del 2018. Tra i partiti, Fratelli d’Italia (9,,95%) la spunta per un centinaio di voti quale terza forza cittadina sul Pd (9,35%), mentre il Movimento 5 Stelle pur con il peggiore 2,3%, strappa (a Innova Teramo dell’ex assessore Maurizio Verna) un seggio al pari di quelli ottenuti da Lega (3,4%), AmoTe per Antonetti (5,56%) e Forza Italia (6,24%). Primato di coalizione al gruppetto di forti liste civiche di D’Alberto: Bella Teramo di Giovanni Cavallari (la migliore con 8,3%), Teramo Vive di Valdo Di Bonaventura (7.3%) e In Comune per Te (7,1%) ispirata dal presidente della Provincia Camillo D’Angelo, sfiorano insieme il 23%.
La suddivisione dei seggi è presto fatta. A D’Alberto, con il premio di maggioranza, vanno 20 posti in consiglio dei quali 6 a Insieme Possiamo, 4 al Pd, 3 ciascuno a Bella Teramo, Teramo Vive e In Comune per Te, uno ai Cinquestelle. Antonetti porta con sè 8 consiglieri: 4 di Futuro In, 2 a Fratelli d’italia, uno ciascuno per Lega, AmoTe e Forza Italia. La Marroni rappresenterà con Niki Bartolini (229) il Terzo Polo in Assise.