Il direttore generale schiera i direttori di reparti e dipartimenti e spegne le polemiche su un presunto declassamento. In arrivo risonanza, Moc, Tac e una nuova colonna laparoscopica
SANT’OMERO – L’ospedale di Sant’Omero è perfettamente inserito nel modello di assistenza sanitaria che integra tutti e quattro gli ospedali della provincia di Teramo, che concorrono con diverse specializzazioni nel dare un’offerta sanitaria adeguata al territorio. Così, in sintesi, il direttore generale della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia per smentire voci su un presunto declassamento del ‘Val Vibrata’. Lo ha detto nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nel presidio, dove Di Giosia ha ‘schierato’ anche alcuni rappresentanti delle eccellenze del nosocomio, a partire dai medici direttori di dipartimento e di reparto: c’erano Vittorio Di Cesare, dell’ortopedia (nei primi 6 mesi del 2023 ha ulteriormente aumentato le attività chirurgiche protesiche di anca, ginocchio e spalla, attestandosi sulle 160 totali e con un tasso di occupazione dei posti letto del 104%), Antonio Sisto del Dipartimento materno infantile e Alessandro Santarelli, dell’ostetricia e ginecologia (venerdì scorso è stato aperto a Sant’Omero il Centro della menopausa, l’unico in funzione all’interno della Asl e le attività chirurgiche sono aumentate, le dimissioni effettuate nel 2022 sono state 1541, numero superiore rispetto all’anno pre-Covid, il 2019, quando ne furono 1513).
“Non ha senso replicare nei quattro ospedali inutili doppioni – ha spiegato il direttore generale -, ma ha invece un notevole valore fornire in ogni ospedale alte professionalità e specializzazioni in grado di dare risposte efficaci ai bisogni di salute. Questo modello è tanto più valido quando riguarda la creazione di una rete che mette in collegamento e in stretta coordinazione due reparti della stessa specialità o interdisciplinari. E non ha senso temere che la mancata effettuazione di un concorso pubblico da direttore di Uoc sia pregiudizievole rispetto alla qualità di prestazioni offerte dal reparto. Non è la struttura complessa (il riferimento è alle polemiche sul passaggio da Uoc a Uosd di ostetricia e ginecologia) ma le attività che vanno svolte per rispondere alle esigenze di cura dei pazienti. L’assetto organizzativo della Asl è determinato in base a studi sulle nostre esigenze e gli ospedali lavorano in base alle loro potenzialità: mettere in collegamento più presidi non significa depotenziarli ma a creare una rete”.
Un altro settore oggetto delle polemiche è la chirurgia che secondo lo stesso piano diventerà Uosd: “Ora è Uoc poi si vedrà cosa diventerà – ha sottolineato il direttore generale -, la Asl nel suo atto aziendale può decidere”. E proprio su questo reparto hanno fatto il punto Mario Cicconi, il direttore, e Renato Pietroletti, direttore di chirurgia proctologica, convenzionato con l’università dell’Aquila: il primo svolge un’attività sia numericamente che qualitativamente importante nella chirurgia di parete, svolgendo un ruolo basilare nel recupero della mobilità passiva per ernie e colecisti, mentre il secondo è un punto di riferimento extra regionale ed è diventato partner dell’istituto San Gallicano di Roma per un progetto Pnrr sulle neoplasie anali anche perché dispone di un apparecchio per anoscopia ad alta risoluzione (l’ospedale di Sant’Omero è l’unica struttura pubblica oltre al Gemelli ad averla nel centro Italia) che si aggiungono alla manometria ed ecografia anali.
Un secondo reparto convenzionato con l’Università dell’Aquila è la medicina interna diretta da Davide Grassi: “Per la prima volta in vita mia ho visto attivare ambulatori in quindici giorni. Mi sento di far parte di un gruppo forte in grado di mettere in campo strette collaborazioni fra diversi reparti”. In riferimento ai due reparti a direzione universitaria il direttore generale ha dichiarato: “Aver incrementato la presenza dell’università significa elevare anche la qualità dell’assistenza. Forse questo ha disilluso qualche interno ma se vogliamo un Sanità di qualità determinate scelte andavano fatte”.
Il direttore generale ha inoltre sottolineato l’importanza del ruolo di altri settori fra cui il pronto soccorso e anestesia e rianimazione. “In definitiva le carte vincenti di un ospedale adesso sono le competenze degli operatori che vi lavorano e la qualità della tecnologia. E l’ospedale di Sant’Omero certamente non fa difetto su questi due punti. Per noi questo è un aspetto importante tanto più che Sant’Omero è un ospedale di frontiera e può rappresentare un valido baluardo contro la mobilità passiva – ha concluso -“.
Il Dg ha infine annunciato l’acquisto di una risonanza magnetica nucleare 1,5 Tesla di ultima generazione investimento di circa 1 milione di euro (i locali che la ospiteranno sono già stati individuati e sono adiacenti alla Radiologia); una Moc (Densitometro Osseo) di ultima generazione 3D che sostituirà la Moc attualmente presente. Sarà acquisita, inoltre, una nuova Tac, GE Revolution EVO, di ultima generazione e dotata di componenti hardware e software più performanti per la gestione di numerose specialità cliniche, con l’integrazione di quelle cardiologiche e neurologiche. Infine nelle prossime settimane sarà collaudata una nuova Colonna Laparoscopica 3D, caratterizzata da una visualizzazione di immagini con altissima risoluzione e qualità. In tal modo i chirurghi potranno operare con maggior precisione, con un effetto positivo sui risultati degli interventi e quindi sui tempi di guarigione dei pazienti.
“Parlare male di un ospedale, soprattutto se quanto detto non risponde a vero, non fa altro che danneggiarlo e allontanare il cittadino – ha chiosato Di Giosia -“.