I lavori in corso riportano alla luce vecchi metodi di costruzione dei fondi stradali. Melarangelo: “Coniugare tracce del passato con la contemporaneità”
TERAMO – I lavori di scavo per la sistemazione dei sottoservizi o per il rifacimento del manto stradale spesso portano alla luce tesori archeologici di ere antiche, come di recente accaduto per via Sant’Antonio a Teramo. In altre occasioni invece, l’età’ del ritrovamento non è molto datata, tuttavia il valore è inalterato soprattutto per le modalità di costruzione del manufatto.
E’ il caso di quello che è venuto alla luce in via Salita Izzone in questi giorni di lavori sul fondo della via che mette in comunicazione via Trento e Trieste con corso Porta Romana: sotto al vecchio manto di asfalto è stata trovata la pavimentazione che nei più recenti secoli scorsi ricopriva le strade urbane, con ciottoli di fiume, blocchi di travertino e laterizi. Il valore anche ‘affettivo’ oltre che la bellezza estetica di questo fondo è stata sottolineata dal presidente del consiglio comunale, Alberto Melarangelo, che auspica anche un modo di conservare e valorizzare queste scoperte retró: “Sono le bellezze della città prima dello sviluppo automobilistico – ha dichiarato Melarangelo -. Sono sempre più convinto della necessità di trovare soluzioni tecniche che conciliino le tracce del passato con le esigenze della contemporaneità”. E dunque perché, ad esempio, non ripristinare questo tipo di pavimentazione piuttosto che ricoprire di asfalto?