Antonetti critica il progetto di aquisto dell’ex cinema Apollo: “Inutile e dispendioso”

Per il consigliere di opposizione il Comune spreca fondi per un immobile vecchio di 20 anni quando gli altri spazi culturali languono o sono in abbandono

TERAMO –  Risulta “sorprendente e spiazzante” al consigliere comunale ed ex candidato sindaco del centrodestra Carlo Antonetti, l’interesse manifestato dall’amministrazione comunale di Teramo per l’acquisto dell’ex Cinema Apollo, “un immobile – scrive – non più utilizzato da circa venti anni e, quindi, ovviamente da ristrutturare e da adeguare con notevole aggravio di ulteriori costi, per realizzare, forse…, nuovi spazi culturali”.

Per Antonetti un tale investimento risulta addirittura paradossale “perché, come è purtroppo noto a tutti, la gran parte degli spazi culturali cittadini risulta chiusa o inagibile al pari di tutti gli spazi archeologici totalmente in stato di abbandono. Alcune domande sorgono quindi spontanee: la Città di Teramo ha bisogno di spendere queste ingenti somme per l’acquisto di un ex Cinema per attività culturali?“.

Antonetti coglie l’occasione per criticare l’amministrazione D’Alberto che “sembra scoprire solo adesso, facendosi trovare come al solito impreparata, che la discutibile ristrutturazione del Cine teatro comunale comporterà la carenza per un lungo periodo (circa quattro anni) di un luogo consono nel quale ospitare le varie attività e gli eventi teatrali, musicali e di spettacolo. Meno male che il Sindaco D’Alberto e la sua squadra amministrano la Città da oltre cinque anni!! – aggiunge Antonetti -“.

Antonetti chiede al sindaco di “ripensare questa intenzione, al fine di evitare ingenti spese del tutto inutili, ingiustificate se non dannose per gli interessi dei cittadini che hanno bisogno solo ed esclusivamente che l’Amministrazione realizzi velocemente la ricostruzione degli immobili pubblici, culturali e scolastici cittadini e che nell’ambito culturale ponga in essere concrete e strutturali azioni tese all’immediato recupero del patrimonio immobiliare esistente e a una reale validità nazionale e internazionale dell’offerta culturale”.