Mentre è in corso l’arbitrato con il Comune, il patron della Soleia capovolge le parti e torna ad accusare il sindaco: “Stadio senza costi ma D’Alberto non ne vuole sapere”
TERAMO – A distanza di qualche mese, con un arbitrato in corso, si torna a parlare di Piano economico finanziario dello stadio Bonolis. A farlo, ovviamente, è colui che è interessato alla sua approvazione, Franco Iachini, l’imprenditore proprietario di Soleia che detiene la gestione dell’impianto sportivo (acquistato da Sabatino Cantagalli nell’ambito dell’acquisto della società Teramo calcio da Luciano Campitelli nel 2019).
Il tempo passa, ma la questione è sempre ferma lì: i costi che deve sostenere la squadra cittadina e quanto questi debbano riflettersi sulla durata della concessione alla Soleia. Dopo tanto discutere attorno alla possibilità che il Teramo (inteso come club che porta la maglia biancorossa) potesse usufruire dello stadio gratuitamente e una ferma negazione di questa possibilità da parte del gestore, ecco il colpo a sorpresa che capovolge i ruoli: Iachini si dice disponibile a far giocare il Città di Teramo gratis, ma spiega alla stampa che il sindaco D’Alberto non prende in considerazione l’offerta (perchè nel caso bisogna rivedere la durata della concessione).
Il patron del gruppo Infosat (al quale va tutta la solidarietà della Teramo benpensante di fronte alle reiterate minacce di morte ricevute) infatti ha tergiversato, addentrandosi in conferenza stampa in una lezione di economia, senza rispondere alla giornalista che gli chiedeva, in sintesi: tradotto in anni, quanto incide il costo zero dello stadio sulla durata della gestione? Capiamo l’imbarazzo ma è questo il punto. Se fino ad oggi, contrariamente a quanto avrebbe voluto l’ex presidente del Teramo, la situazione è rimasta arenata, è perchè quel Pef non è sostenibile rispetto alle garanzie da porre in essere per la tutela dell’interesse pubblico. Ed è puerile cercare di rivoltare la frittella, rispetto alla tifoseria e alla piazza, sulla testa di questa amministrazione.
Due date sono state deleterie per lo stadio Bonolis negli ultimi tre lustri: la firma della convenzione – nata male, anzi malissimo – nel 2006 e l’acquisto della gestione da Cantagalli a Iachini, in capo alla Soleia e non alla Teramo calcio. Quella trattativa tra imprenditori privati poteva sanare in un colpo un ‘bug’ colossale della convenzione: se oggi il Bonolis fosse stato della Teramo calcio, sarebbe sì entrato nel calderone della crisi aziendale delle società dei fratelli Ciaccia, ma sarebbe disincagliato da queste farraginose complicazioni.
Iachini ha detto anche che accetterà qualsiasi verdetto dell’arbitrato: sia la sconfitta, con il Pef così com’è, sia la vittoria, nel qual caso deciderà se restituire lo stadio Bonolis al Comune, previo il risarcimento delle spese sostenute che lui quantificata in circa 5 milioni di euro. Ha anche anticipato, usandolo a mò di grimaldello, che dal prossimo anno suo malgrado sarà costretto a far pagare al Città di Teramo la quota piena, ovvero 180mila euro e che il presidente Filippo Di Antonio è informato di questa cosa.