Confermato il sospetto iniziale dopo la scoperta dei fili da pesca al laghetto del parco fluviale. Il volatile è ricoverato all’ospedale veterinario di UniTe: rischia la vita, dovrà essere operato
TERAMO – Come l’assessore all’ambiente Valdo Di Bonaventura temeva, i balordi che hanno sistemato fili da pesca e ami sul bordo del laghetto del parco fluviale hanno provocato seri danni a uno dei due cigni che erano rimasti impigliati e che già presentavano ferite al becco: l’esemplare femmina, che da giorni presentava segni di sofferenza e sembrava non alimentarsi, ha ingoiato un ago che una ecografia ha individuato all’altezza dell”esofago.
La presenza del corpo estraneo nell’apparato digerente dell’uccello acquatico è stata accertata nelle sale dell’ospedale veterinario di UniTe a Piano d’Accio, dove nel tardo pomeriggio – grazie all’intervento dei carabinieri forestali, del vigile ecologico Vincenzo Calvarese, dei volontari dell’associazione Tai (Tutela animali invisibili) e dello stesso assessore Di Bonaventura – il cigno femmina è stato trasferito per gli esami diagnostici. Il sospetto dunque era fondato; adesso, affidandosi all’esperienza e alal professionalità dei veterinari della struttura universitaria teramana, si dovrà prendere una decisione su quando e come operare chirurgicamente sul volatile, con un intervento che potrebbe rivelarsi salvavita ma non esente da rischi.