L’ha convocata il sindaco di Pietracamela per lunedì con tutti gli attori della saga. L’apertura invernale è in alto mare, il Coreneva non ha ricevuto la documentazione integrativa
PIETRACAMELA – Nonostante sia passata la metà di novembre, si torna a parlare di stagione invernale ai Prati di Tivo, quella, tanto per intenderci, degli impianti di risalita. Il sindaco di Pietracamela, Antonio Villani, ha infatti convocato per lunedì mattina, nella sede municipale, una riunione con tutti gli attori coinvolti e interessati dalla riapertura. Alle 10:30 tutti, dai rappresentanti di Provincia e Camera di commercio, Regione, Asbuc, commissione comunale valanghe e Gran Sasso Teramano dovrebbero ritrovarsi per fare il punto della situazione su quello che purtroppo, ad oggi, è ancora una volta, per la quarta stagione consecutiva, un sogno.
Ma a questa riunione mancherà l’attore principale, il protagonista: Marco Finori, l’imprenditore sambenedettese che ha avuto in affidamento dal tribunale la custodia della seggiocabinovia, ha fatto sapere che non ci sarà per altri. impegni e che sarà rappresentato dal suo legale, l’avvocato Gianni Falconi. Che dovrà farne le veci soprattutto per la questione tecnica, perchè tutti si aspettano dal gestore di conoscere stato dell’arte e soprattutto tempi di riapertura, che lo ricordiamo sarà parziale perchè di Pilone e qadriposto, gli altri. impianti di risalita del comprensorio, si sono perse da tempo immemore le tracce.
La riapertura invernale, nonostante gli annunci dello stesso Finori, sembra però lungi dal poter partire. A tutt’oggi, infatti, il Coreneva – l’ente regionale di protezione civile sull’ambiente montano – non ha ricevuto da Finori a documentazione integrativa richiesta, che comunque il gestore aveva garantito essere pronta. Senza di quella, il Coreneva non è in grado di rilasciare il cosiddetto ‘certificato di immunità’ e la ‘Madonnina’ non può girare per ovvi motivi di sicurezza. Sul tavolo però crediamo ci sarà anche un altro importante argomento, ovvero la sistemazione degli O’Bellx, il sistema di difesa anti valanghe che dovrebbe tutelare non tanto gli impianti (che dovrebbero essere assicurati dai Gassex e dai paravalanghe) quanto l’intero comprensorio sciistico.
Siamo alla vigilia di un’altra puntata di questa lunghissima saga, con gli operatori ad assistere impotenti all’ennesimo tira e molla, tra alibi e contro accuse.