Presentato il restyling del logo affidato al maestro della transavanguardia italiana Mimmo Paladino
CHIETI – Lo stemma della Regione Abruzzo diventa un’autentica opera d’arte con la firma del maestro Mimmo Paladino. Il poliedrico artista, principale esponente della Transavanguardia italiana, è stato scelto come attore principale del percorso di restyling del logo deciso dal Consiglio regionale. Nel nuovo gonfalone realizzato dal maestro Paladino compare, per la prima volta, oltre al tradizionale scudo sannitico a tre fasce di colori, una delle figure iconiche dell’Abruzzo: l’effigie della scultura del Guerriero di Capestrano.
L’articolo 2 della legge con cui il Consiglio regionale ha approvatolo stemma, dettaglia la nuova composizione grafica, con uno “scudo sannitico interzato in sbarra d’argento, di verde e d’azzurro, sul quale è posto il “Guerriero di Capestrano” rappresentato a figura intera, in forma stilizzata. I tre colori rappresentano, nell’ordine, le cime innevate del Gran Sasso, della Maiella, del Sirente, del Velino e dei contrafforti appenninici, i boschi, le colline ed il Mar Adriatico. Al di sopra dello stemma è posta la denominazione ‘REGIONE ABRUZZO’ in lettere maiuscole d’oro. Sotto lo scudo è indicato il motto ‘GENTIVM VEL FORTISSIMARVM ITALIAE’ in caratteri maiuscoli”.
Il processo che ha portato alla realizzazione del nuovo logo è stato così illustrato dal presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri: «Abbiamo ritenuto che fosse giusto e opportuno inserire, nello stemma composto dai tre colori che contraddistinguono il nostro paesaggio, un simbolo identitario in cui tutti gli abruzzesi potessero riconoscersi. Per guardare al futuro dobbiamo fare richiamo alle nostre radici, alle più lontane, alle più solide. Per questo abbiamo pensato di inserire all’interno del gonfalone della Regione Abruzzo, la figura del Guerriero di Capestrano, il più importante ritrovamento archeologico della nostra regione, risalente al VI secolo, con l’aggiunta di una citazione di Plinio il Vecchio, che dimostra quanto anche molti secoli fa si conoscesse la forza, la determinazione e la capacità degli abruzzesi di rimboccarsi le maniche“.
Parla invece del valore artistico del Guerriero il Maestro Mimmo Paladino: «È un’opera ispirante. È qualcosa che ci arriva dal passato e ci arriva anche con un’attualità rispetto all’arte contemporanea. Ha una sensibilità architettonica della forma che è la sintesi della figura umana. Ho pensato di essere nel territorio della grafica comunicativa ma non trascurando questa magia del segno che il Guerriero rappresenta. Secondo la mia sensibilità rispetto al segno del passato è un’opera che può competere col David di Michelangelo come archetipo».
Alla conferenza stampa, aperta da Patrizia Colarossi, direttrice del Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo Villa Frigerj di Chieti, c’era il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio.