Il candidato di ‘Abruzzo Insieme’ alla Regione: “Senza contratto integrativo dal 2004, in provincia di Teramo erano 32 e adesso si ritroveranno in 11: le ambulanze viaggeranno senza di loro. E l’istituzione del numero unico complicherà le cose”
TERAMO – Il servizio di emergenza-urgenza 118 in provincia di Teramo rischia il collasso. Da tempo si registra la fuga dei medici convenzionati, che ormai hanno guadagnato da tempo la definizione di ‘precari a tempo indeterminato’: una emorragia senza freno, che dal 2011 a oggi ha portato da 32 ad appena 17 i medici impegnati nella centrale operativa del Mazzini e nelle postazioni del capoluogo e in provincia. A farsi carico della denuncia di questa gravissima situazione è Giovanni Cavallari, candidato alle prossime elezioni regionali del 10 marzo, che lancia l’allarme sul rischio di avere, tra qualche settimana, “un servizio di soccorso che nei casi gravi non potrà contare sulla presenza di un medico a bordo di un’ambulanza, con conseguente rischio per i pazienti e più intenso stress per il resto degli equipaggi impegnati negli interventi”.
“Dopo la nefasta riorganizzazione della rete sanitaria Abruzzese e le tantissime carenze della sanità regionale, liste d’attesa in primis, la giunta guidata dal governatore Marco Marsilio continua a dimenticare il personale del 118 – dice Giovanni Cavallari, candidato nella lista di ‘Abruzzo Insieme’ per Luciano D’Amico presidente -.
Alle idee molto confuse sulla istituzione del numero unico di emergenza, che si segnala per le 38 assunzioni tutte aquilane e la chiusura delle sale operative provinciali, e che porterà disagi e disservizi nella gestione del soccorso in tutta la regione, si deve aggiungere il cronico disinteresse per i medici convenzionati che prestano il loro lavoro insostituibile e apprezzatissimo dall’intera comunità, nell’emergenza-urgenza.
Dal 2004 la Regione non ha mai rinnovato il contratto integrativo, spingendo molti dei medici in servizio a preferire altri obiettivi lavorativi, con relativa diminuzione del personale impegnato. Erano 32 oltre12 anni fa e stanno per diventare appena 11 per il trasferimento altrove di 5 di loro, vincitori di concorso in altro reparto.
Ciò ha creato una situazione paradossale – prosegue Giovanni Cavallari -: dei precedenti 3 medici di centrale, previsti sin dall’istituzione del servizio, attualmente ne resta in servizio soltanto uno, senza collega con funzioni di vicario, e questo unico medico è anche il solo ad essere assunto a tempo indeterminato dalla Asl. Gli altri sono tutti convenzionati, anche loro ‘precari a tempo indeterminato’.
“Va da sé che la situazione lavorativa di chi resta dopo la riduzione degli organici è davvero ai limiti della sostenibilità, in un settore dove la lucidità e la tempestività dell’intervento sono fondamentali per salvare vite umane: negli ultimi mesi – sottolinea Cavallari -, i medici ‘al fronte’ della sanità territoriale hanno accumulato in alcuni casi fino a 100 ore di straordinario mensili.
Tra le problematiche da segnare come prioritarie tra le riforme e i correttivi da apportare al piano sanitario regionale – propone il candidato di ‘Abruzzo Insieme’ -, urge inserire senza ulteriori rinvii la riformulazione del contratto di categoria che renda dignità all’impegno dei medici oggi convenzionati e il ripensamento delle sale operative provinciali, invitando la Asl di Teramo a farsi carico delle proprie responsabilità sotto il profilo economico e organizzativo, come accade già in altre aziende sanitarie della regione, nonché all’attuazione concreta del piano di organizzazione delle postazioni 118 in provincia di Teramo, garantendo la presenza in servizio delle professionalità previste (ad esempio, per i medici, di un numero minimo di circa 4,5 per postazione). Sappiamo bene come l’assistenza territoriale – conclude Cavallari -, cui il governo regionale in questi 5 anni non ha dedicato la giusta attenzione e su cui ha operato il più consistente numero di tagli, comincia dall’emergenza-urgenza, e questa emorragia va subito tamponata.